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Badia di San Salvatore
e San Lorenzo a Settimo

DINTORNI DI FIRENZE

L’Abbazia di S. Salvatore e S. Lorenzo è uno dei monumenti più importanti del patrimonio nazionale.

Collocata nei pressi del fiume a circa 7 miglia dal centro di Firenze, ai confini fra Firenze e Lastra a Signa, distante poco più di un kilometro e mezzo dal casello Scandicci dell’Autosole, fu fondata verso la fine del primo millennio dell’era cristiana su iniziativa della famiglia feudale dei conti Cadolingi, signori di Borgonuovo (l’odierno Fucecchio). Tuttavia a una forma di presenza monastica esisteva in quel luogo fin dalla tarda epoca longobarda, in un isola fra gli acquitrini, un tempo sede di un culto pagano.

Nell’epoca romanica i Cadolingi vi chiamarono i monaci cluniacensi dalla Francia e nell’XI sec. vi fu la presenza dei Vallombrosani di S.Giovanni Gualberto richiesti da Guglielmo detto Bulgaro della famiglia dei Cadolingi, feudatari della zona, e sotto l’abbaziato del Gualberto si svolse la famosa “Prova del Fuoco” di Pietro Igneo (13 febbraio 1068), che decretò la sconfitta della simonia e l’affermazione della linea riformista del papato di Gregorio VII (Ildebrando da Soana).

L’abbazia raggiunse il massimo splendore nei secoli XIII – XVII per opera dei monaci cistercensi provenienti da San Galgano di Siena, ai quali il pontefice Gregorio IX l’aveva affidata fin dal 1236. Da Settimo essi diffusero in tutta l’area fiorentina la loro conoscenza in ogni campo del sapere e dell’attività umana, secondo il più genuino stile benedettino, portando nella zona anche i primi tratti della nascente architettura gotica.

Gli abati di Settimo furono dei principi feudali illuminati e dei mecenati senza precedenti, promuovendo le arti ed i mestieri e intrecciando legami importanti sia religiosi sia economici in ambito europeo, e in particolare con la Repubblica fiorentina, dalla quale per secoli i Cistercensi ebbero in custodia il Sigillo e l’Amministrazione del Tesoro.

Nel XIV sec. il monastero fu munito di possenti fortificazioni proprio con il contributo del Comune di Firenze, che lo riteneva punto strategico e snodo fondamentale fra la via Pisana,ex via Quinctia romana, l’Asse Cadolingio della Francigena e l’Arno, fiume allora navigabile, su cui transitavano i beni necessari per la città.

Fondamentale fu infatti l’opera dei monaci per la regimazione ed il controllo delle acque ed il loro sfruttamento economico, e per la bonifica e messa a cultura di tutta la piana a sud-ovest di Firenze, compresa la forestazione di Monte Morello. Dalla Badia dipesero anche importanti riforme in altri monasteri italiani, e vi ebbe origine la seconda congregazione cistercense italiana dopo quella di Casamari, detta di S. Bernardo, ma che si chiamava al suo esordio con il nome del luogo di fondazione, appunto “di Settimo”.

L’Abbazia attraversò momenti di decadenza a cavallo di vari periodi storici, subendo anche spaventosi assedi,come quello dei Lanzichenecchi di Carlo V alla fine del 1529 (gli imperiali dopo tanto assedio entreranno in Firenze il 12 agosto 1530).

Comunque, anche dopo queste immani tragedie, l’abbazia si è sempre risollevata ritrovando la capacità di generare arte e cultura.

Nel 1783, l’infausta soppressione operata dal Granduca Pietro Leopoldo, in pieno clima pre-rivoluzionario e di ostilità all’esperienza monastica, decretò lo smembramento in due proprietà del complesso monumentale e la vendita ai privati di quasi due terzi del monastero e di tutte le terre, l’esilio dei monaci, con la conseguente dispersione di un patrimonio artistico immenso ed il trasferimento degli archivi in altre sedi.

La parte nord-orientale incorporò nel titolo abbaziale di S. Salvatore anche quello parrocchiale di S. Lorenzo e ricadde sotto la potestà dell’arcivescovo di Firenze che da allora ne nominò i priori. La parte sud-occidentale fu trasformata in fattoria e come tale fu utilizzata dai proprietari privati fino agli anni ’80 del XX secolo.

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La Badia di San Salvatore e San Lorenzo a Settimo – esterno

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San Salvatore e San Lorenzo a Settimo – dettaglio interno

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San Salvatore e San Lorenzo a Settimo – dettaglio interno

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San Salvatore e San Lorenzo a Settimo – interno

Indirizzo

Badia di San Salvatore e San Lorenzo a Settimo
Via San Lorenzo 15
Badia a Settimo, Scandicci (Firenze)
Telefono: 055 7310537
Sito Web| E-mail

Come arrivare:
In auto: dalla A1 (Autostrada del Sole) uscire a Firenze Scandicci e seguire le indicazioni; dalla superstrada FI-PI-LI uscire a Scandicci e seguire le indicazioni.

Orario

Le visite della parte restaurata sono possibili la domenica pomeriggio dalle ore 15.30 alle ore 18.00 o su prenotazione per gruppi organizzati.
Tel. 055-7310537 (lasciare messaggio chiaro con recapito telefonico)

Servizi

visite guidate su prenotazione