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Museo Nazionale d’Arte Medievale e Moderna

AREZZO - VALDICHIANA

Il Museo nasce nel 1957, a seguito di una convenzione stipulata tra il Comune di Arezzo e il Ministero della Pubblica Istruzione, allora titolare delle “Belle Arti” per la gestione delle collezioni della Pinacoteca Comunale – derivanti per lo più dalle soppressioni degli Ordini Religiosi delle raccolte Bartolini, Funghini e Fossombroni e in genere di tutte le raccolte storiche appartenenti alla Fraternita dei Laici.

Quest’ultima, già dal 1934-35, le aveva affidate in usufrutto al Comune. A tali nuclei andarono ad aggiungersi i numerosi depositi effettuati dalle Gallerie Fiorentine e, più di recente, la Collezione Salmi, legata allo Stato nel 1964, e arricchita dagli eredi con una nuova donazione, nel 2010.

Dal dopoguerra, dopo complesse vicende, le collezioni confluirono nella sede attuale di Palazzo Bruni-Ciocchi, detto “della Dogana”; il 7 ottobre 1972 un Decreto Ministeriale istituì finalmente i due Musei Statali di Arezzo: quello archeologico, allestito nell’ex convento di San Bernardo e quello, appunto, d’arte medievale e moderna.

Il percorso museale si articola in venti sale disposte su tre piani. Le opere sono esposte secondo un criterio cronologico, a partire dal Medioevo fino all’Ottocento.

Il Palazzo “della Dogana”

L’edificio deve il suo appellativo popolare “della Dogana” al periodo in cui fu occupato dai Monopoli di Stato. I restauri eseguiti nel dopoguerra durarono vari anni e valsero a restituire al palazzo il suo aspetto nobiliare.
Era stata la famiglia Bruni, la stessa di Leonardo, cancelliere della repubblica fiorentina e umanista insigne, ad avviarne la costruzione, verso la metà del sec. XV, inglobando costruzioni trecentesche preesistenti.
A tale fase si deve tra l’altro il grande cortile porticato, che conserva il proprio aspetto rinascimentale, al quale si accede da una delle tre aperture sulla via San Lorentino.

Il quartiere era allora imperniato sul Canto de’ Bacci, sul quale sorgeva la chiesa dedicata ai Martiri Lorentino e Pergentino, a valle del Duomo e della chiesa camaldolese di Santa Maria in Gradi. Rispetto al periodo attuale, l’area, corrispondente all’ingresso in città dalla porta denominata appunto San Lorentino, in direzione di Firenze, doveva essere una zona di passaggio, popolata e piuttosto frequentata. Dai Bruni la proprietà del palazzo passò ai Ciocchi del Monte, famiglia di Monte San Savino, e quindi, dal Seicento all’Ottocento, ai Barbolani di Montauto, originari della Valtiberina.

Il Cortile Monumentale

La direzione e il cortile ospitano alcuni preziosi oggetti lapidei: frammenti architettonici provenienti dagli edifici religiosi della città, tra cui la Pieve, ma anche da strutture civili. Meritano attenzione una protome leonina e due protomi equine che furono rinvenute negli anni Trenta, durante lavori di restauro all’acquedotto di Arezzo. Tale acquedotto, costruito alla fine del Cinquecento per volontà di Ferdinando de’ Medici, è tradizionalmente connesso a un progetto di Vasari.

L’acqua, che nasceva nella zona dell’alpe di Poti, sgorgava all’aperto alla Godiola; lì entrava nel sistema di archi ancora esistente, per arrivare in Piazza Grande. In origine questi manufatti facevano parte di un sistema di serbatoi comunicanti: l’acqua di una grande conserva, fuoriuscita dalle fauci dei cavalli doveva confluire in un’ulteriore vasca, il deflusso dalla quale era regolato dalla testa leonina.

L’elemento saliente di queste sculture, spiccatamente manieriste, è la derivazione classica. Gli stessi caratteri sono riscontrabili in una protome di proporzioni minori, montata nella fontana del cortile del Museo e proveniente dalla zona del Praticino. Salendo lo scalone monumentale si incontra la grande tela del Girelli (1696) con la veduta dell’acquedotto.

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San Francesco di Assisi

Datazione: 1260-1275 ca.
Tecnica e Materiali: dipinto su tavola
Dimensioni: 128×51
Autore: Margarito di Arezzo e collaboratore

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Madonna della Misericordia

Datazione: 1435-1437
Tecnica e Materiali: Dipinto su tavola
Dimensioni: 199×174
Autore: Parri di Spinello (Arezzo 1387-1453)

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Piatto (Tondino)

Datazione: 1530 ca.
Tecnica e Materiali: Maiolica a Lustro
Bottega di: Maestro Giorgio Andreoli, Gubbio

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La zia Erminia

Tecnica e Materiali: dipinto su tela
Dimensioni: 25,5×36,5
Autore: Adriano Cecioni (Vaglia 1836 – Firenze 1886)

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Putto per fontana

Datazione: anni ’40 del XVI secolo
Tecnica e Materiali: marmo
Dimensioni: cm 56 (altezza)
Autore: Pierino da Vinci (Vinci 1529/30 – Pisa 1553)

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Madonna col Bambino e santi detta “Pala di San Rocco”

Datazione: 1536-1537
Tecnica e Materiali: olio su tavola
Dimensioni: 212×254
Autore: Giorgio Vasari (Arezzo 1511 – Firenze 1574)

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Provenzan Salvati nella piazza del Campo in atto di raccogliere denari per trar l’amico suo di pena

Datazione: 1873
Tecnica e Materiali: olio su tela applicato su tavola
Dimensioni: 28×43
Autore: Amos Cassioli (Asciano 1832 – Firenze 1891)

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San Michele Arcangelo

Datazione: 1315-1340
Tecnica e Materiali: dipinto su tavola
Dimensioni: 203×75
Autore: Buonamico di Martino detto Buonamico Buffalmacco

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Sant’Antonio Abate

Datazione: prima metà del sec. XV
Tecnica e Materiali: terracotta policroma
Dimensioni: 140x80x46 ca.
Autore: Michele Dini detto Michele da Firenze (Firenze 1385 ca.-1453) attr.

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Madonna col Bambino e i santi Sebastiano e Giuliano

Datazione: 1495-1500 ca.
Tecnica e Materiali: terracotta invetriata
Bottega di: Andrea della Robbia
Dimensioni: 231×194

Nella predella: Stimmate di San Francesco, Natività, San Giuliano che uccide i genitori.

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Coppa con “Figura di Bella”

Datazione: secolo XVI
Tecnica e Materiali: maiolica a lustro
Bottega di: Deruta

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San Girolamo penitente

Datazione: 1593
Tecnica e Materiali: dipinto su tela
Dimensioni: 76×57
Autore: Ludovico Carracci (Bologna 1555 – 1619)

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Madonna in gloria col Bambino, santi e profeti e il committente Niccolò Gamurrini

Datazione: 1519 – 1522
Tecnica e Materiali: dipinto su tavola
Dimensioni: 341×233
Autore: Luca Signorelli (Cortona 1450 ca. – 1523)

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Scena di stregoneria

Datazione: prima metà del secolo XVII
Tecnica e Materiali: olio su tela
Dimensioni: 55×79
Autore: Angelo Caroselli (Roma 1585-1652)

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Veduta di Arcola in Lunigiana

Datazione: 1884-1888
Tecnica e Materiali: olio su tela incollata su cartoncino
Dimensioni: 21,5×12,5
Autore: Telemaco Signorini (Firenze 1835 – 1901)

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Madonna col bambino tra le sante Agnese e Caterina

Datazione:1310-1315 ca.
Tecnica e Materiali: dipinto su tavola
Dimensioni: 70×122
Autore: Pietro Lorenzetti

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San Rocco allontana da Arezzo il flagello della Peste

Datazione: 1482 ca.
Tecnica e Materiali: tempera su tela
Dimensioni: 185×74
Autore: Piero di Antonio Dei detto Bartolomeo della Gatta (1448-1502)

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Coppe Amatorie

Tecnica e Materiali: maiolica policroma
Bottega di: Casteldurante

Coppa con Antinore (secolo XVI); con Cornelia (1530 ca. – 1540); Con Andrea Bella (1540 ca.); con Luchina (1520 ca. – 1530); con Lucrezia (1540 ca.).

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La cena di Ester e Assuero

Datazione: 1549
Tecnica e Materiali: olio su tavola
Dimensioni: 289×745
Autore: Giorgio Vasari

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Il Crocifisso con San Francesco

Tecnica e Materiali: dipinto su tela
Dimensioni: 73×39
Autore: Alessandro Magnasco (Genova 1677 – 1749)

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Madonna con Bambino

Datazione: 1510-1525 ca.
Tecnica e Materiali: dipinto su tavola
Dimensioni: 84×65
Autore: Giovanni di Lorenzo Larciani detto Maestro dei paesaggi Kress (area fiorentina 1484-1527)

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Due figure femminili

Datazione: 1645-1655 ca.
Tecnica e Materiali: olio su tela
Dimensioni: 72×98,5
Attribuito a: Pier Francesco Mola (Coldrerio 1612 – Roma 1666)

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Veduta del museo

Indirizzo

Museo Statale d’Arte Medioevale e Moderna
Via San Lorentino, 8
Arezzo
Telefono: 0575 409050
Fax: 0575 409050
Sito web

Orario

Aperture dal martedì al giovedì. Chiuso dal venerdì al lunedì, 1 gennaio, 25 dicembre.

ATTENZIONE!  gli orari di apertura subiscono continue variazioni a causa delle normative vigenti per il contrasto dell’emergenza da Covid-19. Si consiglia di consultare il sito del Museo 
Per informazioni: 0575 409050.

Biglietti

Ingresso gratuito.