Museo Archeologico e Museo della Ceramica di Montelupo

VALDELSA

Il Museo Archeologico e della Ceramica di Montelupo, fino al 2007 riuniti in un unico edificio, risultano individuati in due sedi differenti.

Il Museo Archeologico ospitato nell’ex complesso ecclesiastico dei Ss. Quirico e Lucia è costituito da 18 ambienti, disposti su due piani, 8 dei quali delineano il Percorso Espositivo, 5 costituiscono la Sezione Didattica ed i restanti 5 rappresentano gli ambienti di servizio.

Il Museo espone numerosi reperti archeologici del territorio dalla Preistoria alla fine del Medioevo (preistoria, etruschi, romani) proponendosi di raccogliere, conservare e divulgare ogni testimonianza materiale e ogni aspetto connesso con la vita civile e morale delle popolazioni che hanno vissuto nel territorio dell’attuale Comune di Montelupo Fiorentino e nelle aree limitrofe. Il percorso è stato arricchito dall’autunno del 2008 dalle collezioni di ceramica antica, rinvenute negli scavi urbani.

La grande struttura che ospiterà il nuovo Museo della Ceramica è stata costruita nei primi del ‘900 per ospitare la scuola elementare, compito che ha svolto fino a pochi anni fa. La parte espositiva riservata alla ceramica presenta una grande selezione degli oltre 3.000 esemplari restaurati che fanno parte delle collezioni interne ed in grado di documentare nei suoi molteplici aspetti l’attività delle botteghe locali dal Basso Medioevo alla fine dell’Età Moderna(XVIII secolo), testimoniando la committenza di grande rilievo che si indirizzava alle fornaci di Montelupo e che ha permesso una vasta produzione di grande pregio decorativo.

Dal 1989 è stata avviata dal Museo un’indagine archeologica che ha portato alla scoperta di una grande villa rustica romana del I secolo a.C., nei pressi del torrente Virginio. Le caratteristiche intrinseche dell’impianto, le dimensioni e la stessa cronologia della sua fondazione la inseriscono nel novero delle ville schiavistiche, fenomeno che sulla costiera tirrenica non sembrava oltrepassare verso nord la parte meridionale della Toscana.

Storia della Ceramica di Montelupo
Per comprendere la storia di Montelupo occorre rapportare gli avvenimenti che riguardano l’attuale cittadina del Valdarno ai due assi privilegiati della dipendenza da Firenze e dello sviluppo della produzione ceramica: entrambi i fattori concorsero infatti in maniera determinante alla nascita dell’insediamento sotto forma di “terra murata” (cioè di cittadina cinta di mura) ed al suo successivo sviluppo.

Tra i XII e XIII secolo, al tempo in cui la Città Gigliata avviò la conquista dei territori circostanti, il popolamento nell’area montelupina era assai modesto e stretto attorno ad una torre difensiva dipendente da Capraia, il potente castello dei Conti Alberti posto sull´altra sponda dell’Arno. Atterrata la torre albertesca nel 1203, i fiorentini ampliarono immediatamente l’antico insediamento, riunendo al suo interno le popolazioni circostanti. Il nuovo castello generò così sul finire del Duecento una grande addizione di forma rettangolare che, dalla sommità del colle, si estese sino alla sua base, unendosi così ad un piccolo borgo da tempo esistente, il quale era stato edificato in prossimità di un ponte di origine romana, che qui univa le due sponde del fiume.

Già nei primi documenti fiscali giunti sino a noi (1350) si può infatti constatare come l’abitato montelupino si distingua in “Castello” – toponimo circoscritto alla parte sommitale del colle, pertinente all’insediamento originario – ed in “Borgo” – appellativo che definiva la successiva addizione, così chiamata pur se cinta di mura.

Trascorsi gli anni della crisi demografica (1340-1450), l’abitato di Montelupo ebbe un nuovo incremento, e la crescita dell´insediamento non mancò di attrarre immigrati provenienti anche da località più lontane, secondo un processo che segna costantemente le vicende storiche di questa “terra murata“.

Sulla base di una probabile attività precedente, diffusa nei nuclei abitati sparsi lungo la riva sinistra dell’Arno, era venuta infatti a concentrarsi entro le mura del “nuovo Montelupo” la produzione della ceramica.

Con il diffondersi della tecnica della smaltatura, le fornaci montelupine iniziarono a fabbricare le prime “maioliche arcaiche” decorate in ramina e manganese già sul finire del XIII secolo, sviluppando poi sensibilmente quest’attività nel corso del secolo successivo, tanto che attorno all’ultimo ventennio del Trecento Montelupo, assieme alla vicina Bacchereto, fu uno dei motori del rinnovamento tecnologico e formale della maiolica nell’area fiorentina.

Con la conquista fiorentina di Pisa (1406) Montelupo venne a godere di un’invidiabile posizione lungo la principale via commerciale di Firenze; la collocazione di questa “terra murata” sull’asse privilegiato degli scambi internazionali della città consentiva infatti ai vasai montelupini di inviare con facilità le proprie ceramiche ai fondaci dei mercanti fiorentini posti in Pisa (e poi a Livorno), da dove i medesimi le smerciavano facilmente tra i carichi delle navi impegnate negli scambi marittimi estesi tra la costa tirrenica ed il mondo iberico-provenzale, i quali coinvolgevano ampiamente anche la Corsica e la Sardegna.

Il contemporaneo sviluppo della produzione ceramica nel Levante spagnolo, ed in particolare del grande centro ceramico di Manises, i cui prodotti si mischiavano a quelli di Montelupo negli empori mediterranei, costrinse perciò i ceramisti valdarnesi ad un serrato confronto con la grande tradizione arabo-ispanica, della quale i vasai valenciani rappresentavano gli ultimi, agguerriti esponenti.

Il fantastico repertorio spagnolo, che contava sull’impiego del lustro metallico, e poggiava sulla grande tradizione decorativa gotico-mudéjar, impose ai vasai di Montelupo una costante evoluzione cromatica e decorativa dei loro manufatti, necessaria a competere sui mercati con questi straordinari manufatti.

Nel linguaggio pittorico montelupino degli anni 1410-70 penetrano così largamente motivi tratti dal repertorio iberico, ma anche una struttura della decorazione dipendente dai molti esempi che la ceramica di matrice “islamica”, diffusa anche nell’Oriente del Mediterraneo, veicolava: non per caso le migliori produzioni dell’epoca sono indicate nelle fonti con il termine di “damaschine” (da Damasco di Siria, centro delle arti decorative, ma anche grande mercato delle ceramiche orientali).

La ripresa dello sviluppo economico venne nel frattempo concretandosi in Firenze in una rapida crescita urbana che, dopo il 1450, animò anche una forte ripresa economica. Le istituzioni cittadine ed i ceti dominanti della città stabilirono gradualmente rapporti privilegiati con i vasai del Contado: fu così che non poche famiglie di ceramisti di Montelupo beneficiarono di forme di committenza diretta dei nuovi clienti, e per meglio coltivare tali rapporti, alcuni ceramisti di Montelupo trasferirono le loro botteghe in Firenze, collocandosi in particolare, assieme ai colleghi di Bacchereto, nei pressi delle porte urbane di San Piero Gattolino e di San Niccolò.

La produzione degli anni 1440-60 mostra un rapido superamento dei vecchi schemi decorativi del “damaschino” e la ricerca di quel nuovo linguaggio formale che sarà alla base del successivo stile rinascimentale.
Mentre, infatti, si interrompe l’evoluzione della “maiolica arcaica” dipinta in ramina e manganese, e viene lentamente a cessare la produzione della “zaffera a rilievo”, la tavolozza cromatica del damaschino si arricchisce di nuove tonalità e la realizzazione dei soggetti principali si lascia attrarre da forme realistiche di rappresentazione.

La generazione dei pittori che fu in attività nel ventennio posto a cavallo della metà del XV secolo avviò dunque quelle conquiste formali che poi furono raggiunte dai loro successori attraverso il definitivo sviluppo della policromia ed una nuova codificazione strutturale dello spazio.

I ceramisti montelupini degli anni 1470-80 introdussero infatti una precisa gerarchia nelle loro decorazioni, dividendo in maniera rigorosa i motivi di contorno dalle raffigurazioni principali mediante artifici, quali l’impiego di una ghirlanda stilizzata o, più semplicemente, con il confinamento in settori riservati delle parti accessorie.

In tal modo essi rompevano definitivamente i ponti con la tradizione islamica, assimilata attraverso l’esempio delle maioliche spagnole, ed approdavano al linguaggio pittorico rinascimentale. Le figure centrali, sempre più articolate in scene complesse, trovarono infatti il loro inserimento in ambientazioni naturalistiche, con le quali stabilire, grazie a scaltriti artifici prospettici, nuovi e raffinati rapporti spaziali.

Tra il 1470 ed il 1500 può collocarsi l’inizio di quell’epoca d’oro della produzione smaltata di Montelupo, sia sotto il profilo qualitativo che quantitativo; questa fase di crescita generalizzata delle botteghe locali si sarebbe protratta sino al 1530 circa. In questa fase, oltre al completo sviluppo del primo stile rinascimentale, si registra anche la massiccia introduzione del capitale mercantile fiorentino nelle attività ceramistiche del centro valdarnese.

Di essa è rimasta traccia eloquente nel contratto fermato nel settembre del 1490 da Francesco degli Antinori con ben 23 maestri vasai del luogo; con tale rogito l’Antinori si obbligava ad acquistare per tre anni l’intera loro produzione di questi ceramisti, ed a pagare la medesima secondo prezzi concordati su tre fasce di qualità: l’ordinaria (la vecchia maiolica arcaica ed i suoi ammodernamenti), il damaschino (le tipologie – ormai evolute – che ricadevano sotto la terminologia dell’imitazione spagnola e dei motivi orientali) ed il vantaggino (le nuove produzioni policrome rinascimentali).

Lo sviluppo delle attività produttive che derivò dal connubio tra l’Arte degli Orciolai locali ed il capitale mercantile lo si può verificare attraverso l’esponenziale incremento delle esportazioni di ceramica di Montelupo riferibili agli anni 1490-1520, la quale si nota non soltanto nell’intero bacino del Mediterraneo (dalla Grecia al Marocco, dalla Francia meridionale alla Spagna), ma anche lungo le rotte atlantiche che conducevano all’Inghilterra meridionale (Londra, Southampton) ed all’Olanda (Amsterdam), sino a raggiungere la Norvegia. Questo periodo vede anche nuove correnti migratorie dei vasai valdarnesi, che sono documentati a Lione, in Provenza, a Siena e, in numero sempre maggiore, a Roma: sul finire del XV secolo, inoltre, Piero e Stefano “Fattorini” si trasferirono nella villa medicea di Cafaggiolo nel Mugello per dar vita ad una delle manifatture più note ed importanti del Rinascimento.

Le difficoltà di mercato connesse con il diffondersi dell’inflazione cinquecentesca, già sensibile alla metà del XVI secolo, provocarono tuttavia un primo momento di stasi della produzione locale; dopo il 1590, in connessione con l’incipiente fase di crisi economica della Toscana, che si accentuerà sensibilmente negli anni 1618-21, la produzione ceramica di Montelupo inizia così una fase di lento, ma inesorabile decremento.

La terribile pandemia di peste del 1630-32 vibrò poi un colpo quasi mortale alle imprese ceramiche montelupine, che a stento si risollevarono da questa tragedia, visto anche che i capitali fiorentini si ritirarono dalle imprese commerciali locali. Tra la seconda metà del Seicento e la fine del secolo successivo Montelupo venne così a perdere quasi tutta la forza che aveva acquisito nel passato come centro di produzione della maiolica, ma diversificò nel contempo le sue attività, incrementando la fabbricazione delle terrecotte (orci, catini, conche) che già da tempo si producevano nel borgo di Samminiatello, e diede vita, ad iniziare dal 1720 circa, ad una vivace lavorazione di pentolame da cucina.

Ridottasi ai minimi termini la fabbricazione delle stoviglie tra Sette od Ottocento, quest’ultima fu poi ripresa nell’area montelupina dalla fornace Bardi, collocata nella vicina Capraia, la quale sembra abbia iniziato a funzionare negli anni ’40 del XIX secolo grazie anche al contributo che ad essa dettero i Fanciullacci, una famiglia di esperti ceramisti che si era allontanata dalla manifattura di Doccia, in quel di Sesto Fiorentino.
Furono i Fanciullacci, che nel frattempo avevano acquisito la titolarità dell’azienda, attraverso il loro trasferimento in Montelupo, avvenuto nel 1911, a determinate una nuova ripresa della fabbricazione della maiolica nel centro valdarnese, della quale le attività contemporanee possono dirsi derivate.

Bibliografia essenziale

L’arte di lavorare il vetro nella tradizione Empolese. Alderighi R., Ciani G., Viti Pagni S. ( a cura di), Pontedera, Editore: BANDECCHI & VIVALDI, 1999.

Tourist guide to the area around Empoli and the Valdelsa. AA.VV., non disponibile, Editore: The Association of Township.

Storia della ceramica di Montelupo. Uomini e fornaci in un centro di produzione dal XIV al XVIII secolo. Berti F., Montelupo Fiorentino, Editore: Ed. AEDO.

1alzatina

Alzatina a basso piede

Datazione: 1530-1540
Dimensioni: diam. max. 25.5 cm.; piede: diam. 11.5 cm., h. residua: 5.3 cm.
Provenienza: Area del Castello, scavo

Istoriato – Alzatina a basso piede. All’interno è raffigurato Plutone nell’atto di rapire Proserpina. Sull’esterno decoro a motivi vegetali stilizzati in blu cobalto. Sotto il piede è presente la marca del “Tridente”.

4boccale

Boccale trilobato

Datazione: 1500-1520
Dimensioni: diam. max. 16.1 cm.; piede: diam. 11 cm.; h. max. 26.2 cm.
Provenienza: Pozzo dei lavatoi

Floreale evoluta – Boccale trilobato. Nella parte frontale un cervo in corsa racchiuso da una ghirlanda floreale. Sui fianchi il motivo della foglia ritorta in blu e arancio.

7brocchetta

Brocchetta a corpo globulare schiacciato

Datazione: 1510-1520
Dimensioni: diam. max. 10 cm.; piede: diam. 8.8 cm.; h. max. 19.5 cm.
Provenienza: Pozzo dei lavatoi

Decoro “a grottesche” – Brocchetta a corpo globulare schiacciato su largo piede svasato. Alto collo cilindriforme con versatoio e ansa a bastoncello impostata sopra l’orlo, nel punto di massima espansione. Decorazione in blu intenso, diluito e giallo.

10piatto

Grande piatto

Datazione: 1490-1510
Dimensioni: diam. max. 34 cm.; piede: diam. 13.2 cm.; h. max.5.7 cm.
Provenienza: Scavo Pozzo dei lavatoi

Armi e scudi – Grande piatto. Sulla tesa la tipica decorazioni con scudi a testa di cavallo in giallo con bordatura in rosa, alternati a ovali arancio ferraccia che recano al centro stilizzazioni di elmi.

13piatto

Grande piatto scodelliforme

Datazione: 1480-1490
Dimensioni: diam. max. 35.2 cm; piede: diam. 12.8 cm.; h. max. 8.5 cm.
Provenienza: Scavo adiacenze Museo

Foglia di prezzemolo – Grande piatto scodelliforme. Il decoro a foglia di prezzemolo racchiude la figura di un leone rampante.

16piatto

Piatto a bordo ripiegato e arrotondato

Datazione: 1510-1520
Dimensioni: diam. max. 20.5 cm.; piede: diam. 8 cm.; h. residua: 2.5 cm.
Provenienza: Pozzo dei lavatoi

Decori atipici con stemmi – Piatto a bordo ripiegato e arrotondato. Decorazione con corona di foglie lanceolate che stringono al centro lo stemma della famiglia Fieravanti in bruno e rosso.

19piatto

Piatto con bordo arrotondato

Datazione: 1480-1490
Dimensioni: diam. max. 24.9 cm; piede: diam. 8.5 cm.; h. max 3.3. cm.
Provenienza: Scavo adiacenze Museo

Imitazione del lustro metallico – Piatto con bordo arrotondato. Il decoro è costituito da un tondo centrale in arancio da cui dipartono quattro settori delimitati da strisce blu cobalto.

22piatto

Piatto con bordo arrotondato

Datazione: 1500 – 1510
Dimensioni: diam. max. 33.4 cm.; piede: diam. 14.8 cm; h. max. 6.6 cm.
Provenienza: Scavo Pozzo dei lavatoi

Fascia con “ovali e rombi”– Piatto con bordo arrotondato. Sulla tesa fascia con ovali e rombi racchiusa da due bande blu. Al centro scacchiera in rosso, verde e bianco alternati.

25piatto

Piatto con bordo arrotondato

Datazione: 1480-1495
Dimensioni: diam. max. 22 cm.; piede: diam. 8.8 cm.; h. max. 4 cm.
Provenienza: Scavo adiacenze Museo

“Palmetta persiana” – Piatto con bordo arrotondato. Sulla tesa il motivo tipico della palmetta è alternato ad un fiore racchiuso da linee blu. Al centro corolla floreale stilizzata.

28piatto

Piatto scodelliforme

Datazione: 1520-1530
Provenienza: Pozzo dei lavatoi

Motivi vegetali della “famiglia bleu” e “nodo orientale” – Piatto scodelliforme con piccola tesa. Il decoro è costituito da un motivo a fiore con tralcio foliato che si ripete sulla tesa, al centro nodo orientale racchiuso da cerchi.

2bacile

Bacile tronco conico

Datazione: 1430-1450
Dimensioni: diam. max. 23.5; piede: diam. 11.5; h. residua: 9.1
Provenienza: Scavo Casa Sinibaldi

Zaffera a rilievo – Bacile tronco conico. Decorato con motivo fitomorfo e geometrico inquartato sulle pareti. Al centro infiorescenza vegetale con i petali aperti in croce.

6boccale

Boccale trilobato a corpo ovoidale

Datazione: 1500-1510
Dimensioni: diam. max. 15 cm.; piede: diam. 9 cm; h. max. 25.5 cm.
Provenienza: Pozzo dei lavatoi

Fascia con “ovali e rombi” – Boccale trilobato a corpo ovoidale. Decorazione con motivo di contorno a ovali e rombi. Al centro stemma Strozzi entro anello diamantato con piume e cornucopie. All’attacco dell’ansa marca “Go”.

8ciotola

Ciotola

Datazione: 1450-1460
Dimensioni: diam. max. 20.5 cm.; piede: diam. 10.5 cm.; h. max. 8.4 cm.
Provenienza: Scavo ex fornace Bellucci

Ciotola appartenente ad una “impagliata” (servizio da puerpera). Il decoro in “azzurro prevalente” presenta al centro la figura di un giovane che tiene nella mano destra un uccello(falco?). Sul bordo decoro a barrature in blu.

11piatto

Grande piatto con bordo arrotondato

Datazione: 1480-1495
Dimensioni: diam. max. 35.5 cm.; piede: diam. 18.5 cm.; h. max. 6 cm.
Provenienza: Scavo adiacenze Museo

Derivati dell’imitazione della foglia valenzana – Grande piatto con bordo arrotondato. Cerchiatura a foglie d’edera stilizzate in colori alternati blu e arancio realizzata vicino al bordo, al centro fascia mediana con scritta “Nanina bell[a]”.

14piatto

Piatto

Datazione: 1505-1515
Dimensioni: diam. max. 25 cm.; piede: diam. 9 cm.; h. max. 2 cm.
Provenienza: Pozzo dei lavatoi

Grottesche – Piatto con decorazione centrale a stemma (Medici) in rosso e blu su fondo giallo, lungo la tesa decoro a grottesche su fondo blu

17piatto

Piatto con bordo arrotondato

Datazione: 1510-1520
Dimensioni: diam. max: 22 cm.; piede: diam. 9 cm.; h. max. 2.8 cm.
Provenienza: Pozzo dei lavatoi

Fascia con “bleu graffito” – Piatto con bordo arrotondato. Il decoro a fascia racchiude una figura di un falcone su un tronco di cui becca i germogli. (Emblema personale di Filippo Strozzi).

20piatto

Piatto con bordo arrotondato

Datazione: 1540-1570
Dimensioni: diam. max. 26.7 cm.; piede: diam. 13 cm.; h. max. 3.5 cm.
Provenienza: Scavo adiacenze Museo

Compendiario della “famiglia bleu” – Piatto con bordo arrotondato. Il decoro a motivi floreali stilizzati si estende su tutta la superficie della tesa, uno spazio bianco lo separa dal centro dove è raffigurata una lepre.

23piatto

Piatto con bordo arrotondato

Datazione: 1580-1620
Dimensioni: diam. max. 23.5 cm.; piede: diam. 10.4 cm.; h. max. 2.1 cm.
Provenienza: Area del castello di Montelupo; scavo

Ingobbiato e graffito. Genere 12b Piumaggio scalfito – Piatto con bordo arrotondato. Al centro figura di frate ritratto a mezzobusto.

26piatto

Piatto piano con bordo ripiegato ed arrotondato

Datazione: 1514
Provenienza: Pozzo dei lavatoi

Decoro “blu graffito” – Piatto piano con bordo ripiegato ed arrotondato. Decorato con fascia in blu graffito e stemma Medici tra motivi vegetali, su targa datata 1514.

29piatto

Piatto scodelliforme con tesa larga

Datazione: 1540-1560
Dimensioni: diam. max. 24.9 cm; piede: diam. 8.5 cm.; h. max. 3.3 cm.
Provenienza: Area del Castello, scavo

Compendiario della “famiglia bleu” – Piatto scodelliforme con tesa larga, al centro stemma della famiglia Peruzzi.

3boccale

Boccale frammentato a corpo ovoidale

Datazione: 1420-1440
Dimensioni: diam. max. 20 cm.; piede: diam. 9.7 cm.; h. residua. 23.4 cm.
Provenienza: Scavo fornace Scatragli

Zaffera tricolore – Boccale frammentato a corpo ovoidale. Decorazione realizzata con due grandi tralci vegetali e ghirlanda a foglie di quercia che racchiudono una figura femminile a mezzo busto.

5boccale

Boccale trilobato

Datazione: 1480-1495
Dimensioni: diam. max. 12.6 cm; piede: diam. 8.5 cm.; h. max. 19 cm.
Provenienza: Scavo adiacenze Museo

Imitazione della foglia valenzana – Boccale trilobato. La rete formata da linee ortogonali in blu è riempita da foglie stilizzate nei colori alternati arancio e blu.

9ciotola

Ciotola con tesa confluente

Datazione: 1450-1470
Dimensioni: diam. max. 14.5 cm.; piede: diam. 7.9 cm.; h. max. 7 cm.
Provenienza: Scavo Via XX settembre 32 (LARES)

Maiolica arcaica tricolore – Ciotola con tesa confluente. Decorazione: sul fondo fiore con petali allungati racchiuso da una cerchiatura in giallo e graticcio in manganese. Sulla parete teoria di foglie lanceolate disposte verticalmente.

12piatto

Grande piatto con bordo arrotondato

Datazione: 1520-1540
Dimensioni: diam. max. 34.8 cm; piede: diam. 16.5 cm.; h. max. 5.5 cm.
Provenienza: Dall’area del castello di Montelupo, scavo fossa Spagni

Motivi vegetali della “famiglia bleu” – Grande piatto con bordo arrotondato. Sulla tesa fascia con il tralcio del fiore della porcellana. Al centro motivo floreale stilizzato.

15piatto

Piatto

Datazione: 1505-1515
Dimensioni: diam. max. 26.5 cm.; piede: diam. 11 cm; h. max. 4 cm.
Provenienza: Pozzo dei lavatoi

La decorazione in monocromia blu è caratterizzata da una ghirlanda incatenata posizionata a metà della tesa.

18piatto

Piatto con bordo arrotondato

Datazione: 1550-1510
Dimensioni: diam. max. 27.8 cm.; piede: diam. 11.4 cm.; h. max. 4.4. cm.
Provenienza: Pozzo dei lavatoi

Nastri – Piatto con bordo arrotondato. Il decoro è costituito da due nastri sovrapposti che si intrecciano.

21piatto

Piatto con bordo arrotondato

Datazione: 1480-1490
Dimensioni: diam. max. 35 cm; piede: diam. 14 cm.; h. residua: 6.9 cm.
Provenienza: Scavo adiacenze Museo

Foglia di prezzemolo – Grande piatto con bordo arrotondato. Il decoro foglia di prezzemolo racchiude al centro un profilo di uomo a mezzo busto con cappello.

24piatto

Piatto con bordo arrotondato

Datazione: 1480-1495
Dimensioni: diam. max. 20.8 cm; piede: diam. 9.8 cm.; h. max. 3.5 cm.
Provenienza: Scavo adiacenze Museo

Derivati dell’imitazione della foglia valenzana – Piatto con bordo arrotondato. Sulla tesa tralcio con doppia foglia alternata in blu e arancio. Al centro animale stilizzato.

27piatto

Piatto scodelliforme

Datazione: 1580-1620
Dimensioni: diam. max. 21 cm.; piede: diam. 7 cm.; h. max. 3.3 cm.
Provenienza: Scavo Casa Sinibaldi

Ingobbiato e graffito. Genere 12b Piumaggio scalfito – Piatto scodelliforme con bordo arrotondato. Al centro motivo corolla floreale stilizzata racchiusa da una fascia con tralcio fiorito.

30scodellone

Scodellone

Datazione: 1440-1460
Dimensioni: diam. max. 46 cm.; piede: diam. 33.1 cm.; h. max. 7.4 cm.
Provenienza: Scavo Casa Sinibaldi

Il decoro interno presenta una figura di arciere chiuso da una prima fascia con motivo a fuseruole e una seconda a serpentina alternata con piccoli cerchietti.

Indirizzo

Museo Archeologico e Museo della Ceramica, Montelupo
Via S. Lucia (Museo Archeologico)- Piazza Vittorio Veneto (Museo della Ceramica)
Montelupo Fiorentino
Telefono: 0571 541547 (archeologico) – 0571 51352 (ceramica)
Fax: 0571 51506
Museo della Ceramica Sito Web|E-mail
Museo Archeologico Sito Web|E-mail

Come arrivare:

In auto: Percorrendo l’A1 uscire a Signa e prendere la SCG FI-PI-LI (direzione Pisa). Uscire a Montelupo.
In autobus: da Firenze (Piazza Adua) collegamenti con autolinee.
In treno: stazione Montelupo-Capraia.

Orario

Museo della Ceramica:
dal martedì alla domenica ore 10.00 – 19.00
Aperture serali mercoledì e giovedì: ore 21.00-23.30
Chiusura settimanale: lunedì

Festività
Giovedì 24 dicembre: 10.00-14.00
Venerdì 25 dicembre: chiuso
Sabato 26 dicembre: chiuso
Domenica 27 dicembre: 10.00-19.00
Giovedì 31 dicembre: 10.00-14.00
Venerdì 1° gennaio: chiuso
Mercoledì 6 gennaio: 10.00-19.00

Altri giorni di chiusura: Pasqua, Ferragosto. Aperto il Lunedì di Pasqua.

Per l’orario estivo (14/07 – 31/08): http://www.museomontelupo.it/old/mu/1/home/orari.asp

Museo Archeologico di Montelupo
Il museo viene aperto su prenotazione e/o eventi. Si può prenotare via email al numero di telefono +39 370 330 5087

Biglietti

BIGLIETTO UNICO
Il biglietto è unico e valido per l’ingresso ai 3 musei (Museo Archeologico – Museo della Ceramica – Museo Contemporaneo di Montelupo)

Intero: € 5,00

Ridotto fascia A: € 4,00 (per ragazzi dai 6 ai 18 anni, adulti sopra i 65 anni, gruppi da 15 a 35 persone, convenzioni (FAI, soci Touring Club Italia, soci Coop, Edomusei, Trenitalia, Cartagiovani)

Ridotto fascia B: € 3,00 (per per gruppi scolastici, gruppi oltre 35 persone con un docente o un accompagnatore e per studenti universitari muniti di libretto)

Ridotto fascia C: € 1,00 (partecipanti ad eventi sportivi sul territorio di Montelupo Fiorentino e loro accompagnatori muniti di volantino promozionale distribuito e timbrato dalla società sportiva per i Clienti di strutture ricettive e di somministrazione del territorio della Strada della Ceramica di Montelupo che devono rientrare nei Comuni di Montelupo Fiorentino, Montespertoli, Capraia e Limite o Lastra a Signa. La gratuità si applica attraverso la presentazione alla biglietteria di titolo di soggiorno in una delle strutture aderenti o attraverso la presentazione di coupon promozionale timbrato dall’esercente.)

Utilizzo soltanto delle pertinenze del Museo: € 1,00

Ingresso Gratuito:
minori di 18 anni, disabili e un familiare o altro accompagnatore, direttori e conservatori dei musei italiani e stranieri, personale dei ruoli direttivi del Ministero dei Beni Cullturali, possessori di tessera ICOM valida per l’anno in corso, guide turistiche, giornalisti con tessera soci Gruppo Archeologico Montelupo, dipendenti e organi del Comune di Montelupo, organi e Comitato Tecnico Scientifico della Fondazione Museo Montelupo Onlus, Soci della Strada della Ceramica di Montelupo e delle Associazioni Amici del Museo Montelupo e del MMAB, Cittadini di Montelupo, Classi delle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado pubbliche o private, previa prenotazione (gli accompagnatori delle scuole hanno ingresso gratuito nelle seguenti proporzioni: per la scuola materna ed elementare: 1 accompagnatore ogni 10 alunni o frazione di 10; per la scuola media di I e II grado: 1 accompagnatore ogni 15 allievi o frazione di 15. I gruppi di studenti di tutte le facoltà facoltà universitarie, delle Accademie di belle Arti e dei conservatori di musica in visita di studio previa prenotazione; la gratuità è estesa ai docenti accompagnatori)

Biglietto gratuito Strada della Ceramica di Montelupo
Si applica agli “Ambasciatori del museo”come gestori e personale di strutture ricettive e di somministrazione del territorio della Strada della Ceramica di Montelupo (Comuni di Montelupo Fiorentino, Montespertoli, Capraia e Limite, Lastra a Signa), Clienti di commercianti e artigiani di Montelupo Fiorentino dei settori Ceramica, Terracotta e Vetro (La gratuità si applica attraverso la presentazione alla biglietteria di titolo di acquisto in uno degli esercizi commerciali aderenti o attraverso la presentazione di coupon promozionale timbrato dall’esercente)

Utilizzo delle pertinenze del Museo: € 1,00, residenti inclusi. Questo biglietto non comprende il costo dell’evento o del laboratorio didattico. In caso di visita al museo – con conseguente acquisto di biglietto di ingresso – la tariffa non si applica.

Biglietto unico Le Terre del Rinascimento:
è possibile accedere a tutti i musei appartenenti al Sistema museale e turistico “Le terre del Rinascimento” attraverso l’acquisto di un biglietto unico presso una qualsiasi delle sedi (Museo civico di Fucecchio, Museo Leonardiano di Vinci, Museo della Ceramica e Museo Archeologico di Montelupo Fiorentino, Museo della Collegiata e Museo del Vetro di Empoli).

Tariffe:
Intero 8 euro – singoli oltre i 18 anni
Ridotto 6 euro – ragazzi 14-18 anni,oltre 65 anni, gruppi oltre le 15 persone
Ridotto speciale 5 euro – bambini 6-13 anni, disabili, volontari servizio civile nazionale, tour operator
Gratuito – Bambini 0-6 anni, guide turistiche, accompagnatori

Prima domenica del mese
Grazie all’iniziativa ministeriale #DomenicalMuseo, ogni prima domenica del mese l’ingresso al Museo della Ceramica è gratuito per tutti i visitatori.

Servizi

accessibilità per i disabili
archivio fotografico
biblioteca
bookshop
mediateca
sezione didattica
visite guidate

Il Museo è accessibile ai disabili al 90%; davanti all’entrata del Museo è disponibile un parcheggio riservato ai disabili.
L’accesso al Museo è libero da ostacoli e scalini.
La mobilità interna è garantita da un ascensore.

Link utili