Andrea della Robbia,
Tempietto della reliquia del Sacro Latte

La “cappella di Santa Maria del Latte”, più comunemente noto come Tempietto della reliquia del Sacro Latte fu commissionata a Andrea della Robbia dalla Fraternita del Sacro Latte, fondata alla fine del XV secolo con lo scopo di custodire la reliquia del Sacro Latte.

La preziosa reliquia (una goccia di latte, vuole la tradizione, caduta dalla bocca del bambino Gesù nel corso della fuga in Egitto) passò dalle mani dell’Imperatore d’Oriente, poi giungse in quelle del re di Francia Luigi IX e in seguito di suo fratello Carlo d’Angiò. Fu quindi donata a Guido Guerra dei Conti Guidi nel 1266 e da quest'ultimo affidata alla Chiesa di San Lorenzo a Montevarchi che, forte del prestigio conferitole dalla custodia del preziosissimo oggetto sacro, fu nominata Collegiata nel 1561 per volontà di Papa Pio IV.

Il Tempietto, così come possiamo ammirarlo oggi, è il frutto di una attenta e scrupolosa ricostruzione avvenuta negli anni '90 dello scorso secolo, basandosi su una descrizione contenuta in un manoscritto di Giovan Jacopo Dendi. All'inizio del Settecento, infatti, nel corso di una ristrutturazione della Collegiata, il Tempietto fu demolito e, seppure i rilievi robbiani siano stati miracolosamente salvati per essere murati all'interno della sagrestia, la struttura architettonica originaria andò completamente perduta.

La datazione si fa risalire al quinquennio 1495-1500 e si ispira palesemente alle due edicole disegnate da Michelozzo nel santuario di Santa Maria all’Impruneta e datate 1468. Sono anni in cui a Firenze si assiste a un profondo cambiamento di pensiero. Lorenzo il Magnifico è morto da poco, al suo posto si va affermando prepotentemente la predicazione repressiva e autoritaria di Girolamo Savonarola che inveisce aspramente contro la mentalità libera e giocosa dell'epoca laurenziana.

Sono molti gli artisti che in concomitanza con questo periodo modificano radicalmente il loro metodo espressivo. Andrea della Robbia è uno di questi. Il suo stile ornato e dinamico, più palese nella sua prima produzione, muta qui in una semplificazione delle forme e un superamento della narratività. Lo si veda in particolare con la rinuncia al cromatismo acceso delle precedenti opere, a favore di una prevalenza di bianco, simbolo di semplicità estrema e al contempo di purezza. Le figure rappresentate si fanno austere, dimenticando la grazia e la gioiosa apparenza del passato, facendosi icone di una religiosità cupa e severa dai toni nordici.



Montevarchi-And150
Andrea della Robbia, Tempietto della reliquia del Sacro Latte; 1495-1500; terracotta invetriata; dalla navata destra della Collegiata di San Lorenzo