Busto di giovane santa
Un confronto tra i membri di una medesima famiglia, ma anche il confronto tra un maestro e il suo giovane allievo quello che viene proposto nel Museo di Arte Sacra della Collegiata di San Lorenzo a Montevarchi. Il busto di giovane donna proveniente dal Museo Nazionale del Bargello è uno splendido esempio di arte di terracotta invetriata collocata cronologicamente tra il 1465 e il 1470, la critica ha a lungo dibattuto se la paternità dell'opera potesse essere attribuita a Luca della Robbia o a un giovanissimo Andrea.
Si è ormai propensi a considerare Luca l'autore del busto che fu inizialmente collocato nella farmacia del convento di San Marco di Firenze. Gli inventari parlano di “busto di giovane donna”, ma si tratta quasi certamente di una Santa, ipotesi avvalorata dalla presenza di un foro sulla sommità della nuca che poteva presumibilmente servire per l’attacco di un’aureola. La colorazione gialla accesa dei capelli, insolita per l'epoca, la avvicina ad altre opere di Luca della Robbia, come ad esempio lo Stemma dell’Arte dei Medici e Speziali in Orsanmichele a Firenze o la Madonna in trono col Bambino del Museo di San Marco.
Nella giovane santa ritroviamo la finezza di linee, la finezza essenziale del modellato, ispirate a modelli classici, che ben si addicono ad esprimere un soggetto la cui carica spirituale, con la saldezza di fede, traspare dallo sguardo diretto, dalla linea pura e decisa del collo. Solo la bocca ben modellata riporta su valori di naturale umanità questa figura la cui purezza è sottolineata e simboleggiata da quella degli smalti (Caneva).
Particolarmente
interessante il confronto proposto dalla mostra
Rinascimento in Valdarno, tra cui spiccano, come
suggerisce la curatrice Caterina Caneva all'interno del
catalogo “quello tra i modi del capostipite Luca alla
fine del sesto decennio e quelli del successore Andrea
circa quarant’anni dopo. Ma si confrontano pure due
diverse tipologie di opere, entrambe praticate con
successo dai della Robbia: l’opera di piccole
dimensioni, concentrata nella sua grazia semplice, e la
produzione “monumentale” che contemporaneamente decora
e definisce un’intera struttura architettonica”.