Masaccio,
Madonna col Bambino

L'opera con cui il Trittico di San Giovenale viene messo a confronto al Museo Masaccio di Arte Sacra a Cascia di Reggello proviene dagli Uffizi. Si tratta della così detta Madonna Casini, che deriva il nome da colui che con molta probabilità ne fu proprietario e committente, il senese Antonio Casini, canonico della Cattedrale di Firenze, vescovo di Pesaro e di Siena, oltre che governatore di Bologna e della Romagna e quindi cardinale dal 1426.

Il cappello cardinalizio che sormonta lo stemma della famiglia Casini sul retro della tavola, conferma che la datazione dell'opera è senza dubbio successiva all'investitura del Casini, seppure probabilmente non di molto. Eppure la crescita artistica del giovane pittore valdarnese in questi pochi anni è evidente. Il fondo oro, così come il soggetto confermano un legame con l'iconografia classica, ma quest'opera affronta il soggetto della Vergine con il bambino in modo assolutamente nuovo e originalissimo.

Lunghe e travagliate, così come per l'analoga di Cascia, le vicende legate all'attribuzione a Masaccio di quest'opera. La parola finale, seppure non siano mancati ancora per qualche decennio gli alterchi in proposito, si deve allo studioso Roberto Longhi, che nel 1950, attribuendone la paternità al Masaccio, parlò per la prima volta di “madonna del solletico” sottolineando il gesto familiare e commovente della madre che protende la mano verso il mento del figlioletto, provocandone un riso spontaneo e allegro e, come sottolinea Caterina Caneva all'interno del catalogo della mostra “qui l’artista ha distratto la Vergine dal suo ruolo ufficiale di Regina e Madre di Dio, quale era necessariamente imposto dalla destinazione sugli altari, per coglierla in un momento “privato” del suo rapporto col figlio bambino”.

Quello della Madonna Casini è dunque un Masaccio più adulto, più sicuro della sua abilità pittorica, tanto da permettersi affascinanti contaminazioni tra modernità e passato. Il fondo oro, l'immagine tradizionale, contro la resa degli scorci di mani e teste, la disposizione obliqua delle forme nello spazio, il sapiente movimento imposto al bordo dorato del manto o alle pieghe impalpabili della camicina di velo (Caneva). Così come l'abile gioco di sfumature e chiaroscuri che conferiscono ai volti morbidezza e spontaneità, riportando la sacra rappresentazione a una dimensione umana e familiare, così come è il gioco tra una madre e un figlio qualsiasi.



Cascia-Mad150
Masaccio, Madonna col Bambino, detta “Madonna Casini”, tempera su tavola; cm 24,5 x 18,2. Firenze, Galleria degli Uffizi