Giotto,
Madonna col Bambino e Angeli

L'opera del Maestro di Figline viene messa a confronto con un'opera giovanile di Giotto, Madonna col Bambino e Angeli, detta “Madonna di San Giorgio alla Costa”, oggi conservata presso la Chiesa di Santo Stefano in Ponte a Firenze e “stilisticamente” datata tra il lavoro della Cappella degli Scrovegni a Padova (1303-1305) e la Croce di Santa Maria Novella (1312).

Un giovane Giotto dunque, seppure già padrone di uno stile chiaro che sarà paradigma di tutta la sua opera. Spicca la fisicità dei personaggi che attraverso soluzioni di chiaroscuro paiono quasi uscire dal fondo piatto per prendere vita. La scelta di rappresentare la Madonna in posizione obliqua, in contrapposizione con la posizione frontale del bambino, attribuisce all'opera una profondità tridimensionale che sovrapponendo piano su piano, spinge le figure a un impatto diretto ed emozionante con lo sguardo dell'osservatore. Così le vesti, che grazie a forme e drappeggi a loro volta sovrapposti da bande incrociate divengono materia viva in un artificio di movimento e naturalezza. La profondità si accentua poi con il trono che, andando a formare una sorta di nicchia architettonica, conferisce all'insieme ulteriore concretezza prospettica.

Gravemente danneggiata da schegge e detriti dell'attentato che il 27 maggio 1993 colpì gli Uffizi, l'Accademia dei Georgofili e in parte anche la chiesa di Santo Stefano a Ponte Veccho che l'ospitava, la Madonna di San Giorgio alla Costa fu quindi sottoposta a lungo e attento restauro presso i laboratori dell'Opificio delle Pietre Dure. Oltre a permetterne un più approfondito studio, il restauro ha restituito all'opera le dimensioni originali, compromesse da una sorta di ritaglio operato per meglio adattarla a una nicchia a cui era stata destinata anticamente.




Figline-Gio150
Giotto, Madonna col Bambino; 1295 circa; dipinto su tavola; cm 180 x 90, Firenze, Museo Diocesano di Santo Stefano a Ponte