Beato Angelico,
Annunciazione

L'Annunciazione dell'Angelico, insieme al Trittico di San Giovenale di Masaccio, è indubbiamente una delle più preziose opere provenienti dal territorio del Valdarno ed esposta nella mostra Rinascimento in Valdarno. Proveniente dal convento francescano di Montecarlo, essa era, si suppone, destinata in origine alla congregazione dei Servi di Maria di Sant’Alessandro a Brescia, dove tuttavia non arrivò mai. Nel 1630 vennero operati arbitrari e deturpanti tagli per adattare la tela a una cornice barocca a cui era stata destinata nel piccolo convento del Valdarno. Coeve quasi certamente alcune pesanti ridipinture.

L'opera avrebbe riacquistato le sue originali dimensioni solo all'inizio del XX secolo, in concomitanza con la prima attribuzione all'Angelico ad opera del Poggi. La datazione si fa oscillare tra il 1430 e il 1440, in rapporto all’Annunciazione da San Domenico di Fiesole (oggi al Prado), considerata giovanile, e la più tarda Annunciazione di Cortona, ma comunque collocabile in un momento di passaggio dalla fase giovanile a quella più matura. La scena si svolge in un portico, i protagonisti sono descritti attraverso una ricca e luminosa gamma coloristica, la tensione spirituale che li anima è palpabile ed emozionante, seppure “la profondità del messaggio e insieme la sottile allusività di ogni particolare non riescono però mai ad appesantire le opere dell’Angelico, che sono tutte perfettamente godibili e fresche nel loro invito a una religiosità limpida, equilibrata” (Caneva).

Questa opera si impone per la straordinaria qualità dei colori, la fantasia e l'eleganza nell'esposizione di decorazioni e particolari che riportano all'esperienza nella preziosa arte della miniatura di Fra Giovanni. Le figure, aggraziate ed eleganti, riecheggiano i colori di Lorenzo Monaco, la raffinatezza di Gentile da Fabriano, la naturalezza di Masolino, riuscendo ad esprimere come probabilmente nessun altro interprete del Rinascimento è stato in grado di fare una realtà “in forme equilibrate e serene, cercando di interpretarla in modo unitario secondo la concezione umanistica che pone l’uomo al centro di tutte le cose” (Caneva).



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Beato Angelico, Annunciazione, Museo Basilica Santa Maria delle Grazie di San Giovanni Valdarno. Nella predella, storie della Vergine: Sposalizio, Visitazione, Adorazione dei Magi, Presentazione al tempio, Dormitio Virginis. 1430-1432 o verso il 1440; tempera su tavola; cm 195 x 158; scomparti della predella cm 16 x 30 ciascuno