Museo San Francesco di Greve in Chianti

CHIANTI FIORENTINO

Allestito nei locali dell’ex convento di San Francesco, il museo ospita un’importante collezione di dipinti, sculture, paramenti e arredi sacri che testimoniano la rilevanza storica e la vitalità artistica del territorio di Greve in Chianti. Di prossima riapertura la sezione archeologica, allestita in due nuove sale, riguardante i principali ritrovamenti sul territorio comunale.

Il convento di San Francesco fu eretto nella prima metà del Cinquecento per i frati di Santa Croce a San Casciano, su una collina all’inizio della vecchia strada che, dal mercatale di Greve conduceva al castello di Montefioralle. Si trattava propriamente di un Ospizio che accoglieva i francescani in cammino tra Firenze e Siena ed offriva ricovero anche ai frati questuanti del territorio grevigiano. A seguito della campagna di soppressioni del 1866 i francescani abbandonarono definitivamente l’edificio, adibito a carcere fino al 1927, quindi destinato ad uso di civili abitazioni. Una convenzione stipulata tra il Comune di Greve in Chianti e la Diocesi di Fiesole ha avviato il progetto per la realizzazione di un museo destinato, dal 2002,  ad accogliere gli oggetti d’arte sacra provenienti dalle chiese della zona.

Il percorso museale inizia nell’oratorio di San Francesco, dove spicca la splendida terracotta policroma attribuita a Baccio da Montelupo rappresentante il Compianto di Cristo, incorniciata da un arco centinato di chiara matrice robbiana decorato a festoni di frutta e fiori e sormontato al culmine da un cherubino che i più riconducono a Santi Buglioni. L’altare posto al di sotto del Compianto è ornato da un paliotto in paglia naturale del secolo XVIII; alla destra dell’altare, una tavola trecentesca raffigurante l’Annunciazione di un anonimo artista fiorentino.

Altre quattro opere sono collocate nella parte sottostante il presbiterio. Sulla parete d’ingresso si trova una tela raffigurante l’Immagine di San Domenico portata a Soriano dalla Madonna datata al XVII secolo, alla sua sinistra una tavola con Madonna col Bambino, i santi Antonio abate, Lucia, Giovanni Battista bambino e i due committenti in preghiera del XVI secolo; di particolare interesse le due formelle in alto del dipinto, raffiguranti il castello di Sezzate e la Valdema. Sulla parete di fronte un’opera giovanile di Francesco Granacci che raffigura una Madonna col Bambino e i santi Bartolomeo e Francesco del 1498, mentre alla sua sinistra è stata collocata una scultura di singolare rilievo: si tratta di un bassorilievo in marmo proveniente dalla chiesa di San Piero a Sillano raffigurante San Francesco datato alla prima metà del XV secolo.

Nella sagrestia è presente la sezione dei tessuti, esemplificata da diverse tipologie di paramenti. Per quanto riguarda i parati liturgici si può osservare un’interessante pianeta in damasco verde con lo stemma della famiglia Bardi Strozzi. Sulla parete di fronte all’ingresso è mostrato un velo omerale in seta bianca ricamata lungo i quattro lati con filo d’oro e sete policrome, con al centro il monogramma eucaristico di San Bernardino “IHS”.

Altre vesti sacre si trovano nella teca d’angolo, dove è custodito l’esemplare più antico della collezione: una pianeta in broccatello realizzata tra la fine del secolo XVI e l’inizio del XVII, ornata con il classico motivo rinascimentale a maglie ogivali che racchiudono il fiore di cardo. Alla sua sinistra c’è una pianeta settecentesca in lampasso broccato a fondo bianco con una ricca composizione floreale ed in basso lo stemma degli Anichini. In questa sala sono presenti due oggetti eccezionali: la trecentesca Croce reliquiario in cristallo di rocca proveniente dalla Chiesa di Santo Stefano a Montefioralle ed una piccola vetrata cinquecentesca rappresentante San Silvestro della Bottega dei frati Gesuati di San Giusto alla Mura di Firenze, proveniente dalla Chiesa di San Silvestro a Convertoie.

Al piano superiore l’esposizione prosegue nella sala delle oreficerie dove sono raccolte diverse tipologie di suppellettili impiegate nel rito liturgico: nella nicchia a destra dell’ingresso si trova una croce processionale in legno dipinto proveniente dalla chiesa di San Silvestro a Convertoie databile tra la fine del secolo XVI e la prima metà del XVII; alla sua destra è esposta una campana in bronzo proveniente dalla chiesa di Santa Maria a Vicchiomaggio con un’iscrizione in caratteri gotici dedicata alla Vergine e recante la data 1312, mentre a sinistra è esposto uno stucco (originariamente dipinto) rappresentante una Madonna col Bambino, attribuito allo scultore fiorentino Nanni di Bartolo.

Nella parte centrale, all’interno di una grande vetrina, si trovano oggetti di tipologie diverse afferenti a varie epoche, come una statuetta reliquiario raffigurante la Madonna col Bambino in legno intagliato e dipinto, realizzata nella seconda metà del secolo XVI. una piccola pace in avorio della bottega degli Embriachi (fine del secolo XIV), raffigurante la Vergine e San Giovanni Evangelista ai lati della Croce.

Da ammirare il turibolo quattrocentesco con il braciere a struttura piramidale. Un turibolo e una navicella in ottone sbalzato datati 1611 mostrano invece il tipico repertorio ornamentale manierista, costituito da motivi stilizzati di foglie e frutta, teste di cherubini, delfini e colonnine. Nel gruppo dei calici di epoche diverse spiccano un raffinato esemplare di manifattura fiorentina del 1618, realizzato con un repertorio decorativo ancora tardo rinascimentale (come le baccellature e le serie di tondi sovrapposti) ma con forme seicentesche (come il nodo a vaso) ed un calice in argento sbalzato riferibile ad una manifattura fiorentina di epoca leopoldina, tra fine Settecento e prima metà dell’Ottocento.

La visita artistica del Museo si conclude con la sezione dedicata ai dipinti la quale offre una buona campionatura di pittura seicentesca toscana come un dipinto di Francesco Curradi raffigurante la  Vergine Assunta tra i santi Lucia e Antonio da Padova, l’Assunzione della Vergine, già attribuita a Jacopo Vignali quindi accostata allo stile di Giovanni Montini e una tela datata e firmata da Franesco Boldrini del 1615 raffigurante la Madonna del Rosario.

Infine, quattro opere facenti parte della collezione proveniente dall’ex ospedale Rosa Libri legato al nome della nobildonna fiorentina Rosa Libri Del Rosso che ne patrocinò la costruzione e che successivamente passò alla proprietà del Comune di Greve in Chianti. Le opere sono due ritratti di San Pietro, una tela attribuita a Sigismondo Coccapani raffigurante l’Apparizione di Cristo ad un santo che, secondo l’iscrizione sul cartiglio, è identificabile con San Martino e, per concludere, una testimonianza ottocentesca di Michele Gordigiani, un ritratto di Santa Rosa racchiusa in una splendida cornice dell’epoca.

Completa la preziosa collezione del Museo una sezione archeologica recentemente ampliata nelle attuali due nuove sale che accolgono vari reperti rinvenuti grazie agli scavi e alle ricerche sul territorio di Greve in Chianti organizzate ed effettuate dai volontari dell’associazione Gruppo San Michele- G.E.V. Chianti-OdV, a partire dalla prima metà degli anni novanta del secolo scorso.

Attraverso un percorso espositivo di tipo didattico e documentale vengono esposti in sette nuove vetrine ed un “open space” reperti archeologici provenienti da scavi stratigrafici, da ricerca di superficie e da recuperi d’emergenza. I materiali comprendono: reperti fittili, ceramica, vetro, oggetti metallici, monete, materiali lapidei, reperti osteologici. Il percorso espositivo è integrato con manoscritti e fonti documentarie.

L’allestimento segue un’esposizione cronologica di tipo diacronico, partendo dalla presentazione dei reperti più recenti e terminando con i materiali di epoca etrusca. Tale scelta è motivata dall’intento di ricollegare la collezione archeologica con la parte già esistente del Museo, che espone materiali di epoca medievale e moderna. L’esposizione è volta alla ricostruzione della storia del territorio, dal periodo moderno-rinascimentale e medievale della Sala 1 (XIX-XII secolo), ai periodi medievale (XI-XIII secolo), tardo-antico (V-VI sec. d. C.) ed etrusco-romano (V-III sec. a. C – IV sec. d. C.) della Sala 2. Da segnalare una interessante raccolta di ceramica acroma a matrice tardo-medievale tipo “figlinese” (Sala 1), un’ampia esposizione di reperti medievali da fuoco, da mensa e di uso comune provenienti dal lungo periodo di scavi del “Castellaccio” di Lucolena (XI-XIII secolo – Sale 1-2) e ceramiche tardo-antiche (V-VI secolo d. C.) provenienti dall’insediamento del Poggio della Noe in Val di Cintoia. Entrando in Sala 2, a sinistra, completa l’allestimento una rappresentativa esposizione delle principali tipologie di monete rinvenute sul territorio grevigiano, dalle “aes rude” (bronzo grezzo) del periodo etrusco, alle monete romane e medievali.

Bibliografia essenziale

I santi del Chianti. Falassi A. (a cura di), Radda in Chianti – Firenze, Editore: Centro di Studi Storici Chiantigiani, 1985.

Il Museo d’arte sacra a Greve in Chianti. Proto Pisani R. C., Firenze, Editore: Becocci/Scala, pagine: 64, 2002.

I maestri della Val di Greve. Bencistà A., Firenze, Editore: non disponibile, 1991.

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Annunciazione

Datazione: 1350-1360 ca.
Tecnica e Materiali: tempera su tavola
Manifattura: fiorentina
Dimensioni: 101 cm. x 63 cm.
Attribuito a: Variamente attribuita: accostata al nome di Giovanni del Ponte dal Bencistà, viene dal Tartuferi considerata un riflesso di un analogo soggetto
Provenienza: Chiesa di S. Croce a Greve

È il dipinto più antico del museo: la sua provenienza dalla chiesa di S.Croce a Greve è confermata da una descrizione del 1789, nella quale è citato sull’altare dell’Annunziata. L’iconografia segue i canoni tradizionali: la scena si arricchisce di eleganti particolari descrittivi nella definizione dei personaggi e delle architetture.

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Madonna con Bambino

Datazione: secondo decennio XV sec.
Tecnica e Materiali: stucco policromo
Dimensioni: 65 cm. x 45 cm. x 10 cm.
Autore: Nanni di Bartolo, (Firenze, notizie 1419-1451)
Provenienza: Chiesa di S. Gaudenzio a Torsoli

L’opera ha perso quasi del tutto l’originaria policromia; pur aggiornata sulle novità del primo Rinascimento, risulta ancora legata agli schemi tardo-gotici del Ghiberti. Il prototipo è infatti uno stucco policromo del Ghiberti conservato al Bargello.

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Madonna con Bambino

Datazione: seconda metà XVII sec.
Tecnica e Materiali: legno intagliato e dipinto
Manifattura: manifattura toscana
Dimensioni: 54 cm. x 19 cm.
Provenienza: Chiesa di San Silvestro a Convertoie

La statuetta, in parte mutila, è in realtà un reliquiario come rivela l’apertura sagomata in basso per la mostra delle reliquie. È un prodotto artigianale di buon livello che si rifà ad un prototipo tardo manieristico aggiornato sulle novità formali del barocco.

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Madonna del Rosario e Santi

Datazione: 1615
Tecnica e Materiali: olio su tela
Dimensioni: 230 cm. x 174 cm.
Autore: Francesco Boldrini, attivo in Toscana nella prima metà del secolo XVII
Provenienza: Chiesa di San Cresci a Montefioralle

Grande tela tardo-manierista mutilata alla sommità e alla base. Il frammento con gli angeli, ora tagliato ed esposto a lato, riporta anche la firma e la data dell’autore.

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Pianeta

Datazione: fine XVI sec.- inizi XVII sec.
Tecnica e Materiali: broccatello
Manifattura: manifattura fiorentina
Dimensioni: 119 cm. x 70 cm.
Provenienza: Chiesa di S. Cresci a Montefioralle

Pianeta in broccatello con fondo bianco e disegno a grandi maglie ogivali che racchiudono due tipi di fiori di cardo in color rosso cremisi. Tale motivo si rifà a modelli spagnoli diffusi a seguito dell’arrivo a Firenze di Eleonora di Toledo; fu usato fino agli inizi del Seicento.

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San Francesco

Datazione: prima metà XV sec.
Tecnica e Materiali: marmo
Dimensioni: 84 cm. x 41 cm.
Autore: scultore toscano
Provenienza: chiesa di San Pietro a Sillano

Il bassorilievo ha un’origine misteriosa: non sappiamo se inizialmente facesse parte di un monumento funebre o di un altare più complesso. L’impostazione della figura del santo è ancora tardogotica, ma il movimento del cappuccio e la morbidezza del modellato collocano la scultura già nel Quattocento.

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Vergine Assunta tra i Santi Lucia e Antonio da Padova

Datazione: 1640 ca.
Tecnica e Materiali: olio su tela
Dimensioni: 179 cm. x 110 cm.
Autore: Francesco Curradi (Firenze 1570-1661)
Provenienza: Chiesa di Santa Lucia a Barbiano

Dipinto con singolare variante iconografica del Bambin Gesù tra le braccia di Sant’Antonio Abate anziché della Madonna. In basso,a sinistra, lo stemma della famiglia Anichini.

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Compianto

Datazione: 1520-1530 ca.
Tecnica e Materiali: terracotta parzialmente invetriata, policroma
Dimensioni: 230 cm. x 190 cm.
Attribuito a: Benedetto e Santi Buglioni (cornice a festoni); Baccio da Montelupo (Compianto)
Provenienza: Oratorio di San Francesco a Greve

Terracotta parzialmente invetriata, con Compianto in arco centinato di matrice robbiana, decorato a festoni di frutta e fiori sormontato al culmine da un cherubino.

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Croce reliquiario

Datazione: seconda metà XIV sec.
Tecnica e Materiali: rame inciso, traforato e dorato, cristallo di rocca
Bottega di: Bottega veneziana
Dimensioni: 45 cm. x 25.5 cm.
Provenienza: Chiesa di S. Stefano a Montefioralle

Raro esemplare di reliquiario a forma di croce in cristallo di rocca, materiale lavorato nella città veneta fin dal secolo XIV. Doveva contenere le reliquie del legno della Croce e quelle di santo Stefano, cosa che ci aiuta ad individuare la destinazione originale della croce nella chiesa del borgo medioevale di Montefioralle, dedicata appunto al santo.

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Madonna con Bambino tra i Santi Antonio Abate e Lucia

Datazione: primo quarto XVI sec.
Tecnica e Materiali: pittura su tavola
Manifattura: fiorentina
Dimensioni: 80 cm. x 142 cm.
Provenienza: Chiesa di San Martino a Sezzate

Tavola con Madonna in trono e Santi. In primo piano i due committenti inginocchiati, sullo sfondo due notevoli scorci di paesaggio con il castello di Sezzate a sinistra, descritto come doveva essere agli inizi del Cinquecento, prima delle modifiche apportate nei secoli XVII e XVIII. A destra è un paesaggio attraversato da un fiume, forse il rio Sezzate.

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Navicella

Datazione: 1611
Tecnica e Materiali: ottone sbalzato, cesellato e argentato
Bottega di: bottega milanese
Dimensioni: 19 cm. x 7.5 cm.
Provenienza: Badia di S. Cassiano a Montescalari

Navicella portaincenso in parure con il turibolo di S. Giovanni Gualberto, dal piede polilobato, decorato con girali e nodo a vaso diviso in sei spicchi con racemi di uva e mazzi di spighe di grano alternate

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Pianeta

Datazione: 1601-1613
Tecnica e Materiali: damasco in seta
Manifattura: manifattura fiorentina
Dimensioni: 123 cm. x 73 cm.
Provenienza: Chiesa di S. Martino a Sezzate

Pianeta in damasco verde con disegno a rete di maglie ogivali irregolari formate da tralci vegetali. L’arme presente in basso appartiene ai Bardi di Vernio ed è inquadrata con l’arme degli Strozzi: palese riferimento al matrimonio avvenuto nel 1601 tra Carlo Bardi e Maria Maddalena Strozzi, morta nel 1613; tra queste due date si colloca ovviamente l’esecuzione della pianeta.

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San Silvestro

Datazione: primo decennio XVI sec.
Tecnica e Materiali: vetro dipinto e metallo
Bottega di: bottega dei frati Gesuati
Dimensioni: 37 x 22 cm.
Provenienza: Chiesa di S. Silvestro a Convertoie

Piccola vetrata con cornice metallica, originariamente inserita nella finestrella dietro l’altar maggiore della chiesa di provenienza; raffigura il santo papa dentro una mandorla raggiata in atto di benedire.

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Vergine Assunta

Datazione: 1630-40
Tecnica e Materiali: olio su tela
Dimensioni: 162 cm. x 176 cm.
Autore: Ambito di Jacopo Vignali
Provenienza: Chiesa di Santa Maria a Canonica, poi San Gaudenzio a Torsoli

Buon esempio di pittura devozionale fiorentina di primo Seicento; vicino alla tela per stile e fattura appare sopratutto il dipinto della badia fiesolana raffigurante l’Immagine di San Domenico portata a Soriano, firmato e datato.

3croce

Croce astile

Datazione: fine XVI sec.- inizi XVII sec.
Tecnica e Materiali: legno intagliato e dipinto
Manifattura: manifattura toscana
Dimensioni: 58 cm. x 40 cm.
Provenienza: Chiesa di S. Silvestro a Convertoie

Croce processionale con le terminazioni dei bracci in formelle polilobate. Sul fondo verde scuro sono raffigurati all’interno di ciascuna formella, a partire dall’alto verso destra: il pellicano che si lacera il petto, S. Giovanni Evangelista, Sant’Anna con la Madonna e il Bambino e la Maddalena.

5sandomenico

Immagine di San Domenico portata a Soriano dalla Madonna, Santa Maria Maddalena e Santa Caterina

Datazione: prima metà del XVII sec.
Tecnica e Materiali: olio su tela
Dimensioni: con cornice: 159 cm. x 120 cm.
Autore: Giovan Battista Giustammiani detto il Franceschino
Provenienza: Chiesa di Santa Croce a Greve

L’iconografia del dipinto segue la tradizione secondo la quale la Vergine, con le due sante qui raffigurate, apparve a un domenicano di Soriano, per mostrargli come doveva essere raffigurato il santo con in mano un giglio e un libro dalla rilegatura rossa.

9madonna-bambino-santi

Madonna con Bambino tra i Santi Bartolomeo e Francesco

Datazione: 1498 ca.
Tecnica e Materiali: pittura su tavola
Dimensioni: 152 cm. x 168 cm.
Autore: Francesco Granacci, Firenze 1469 – 1543
Provenienza: Chiesa di S. Maria a Cintoia

Tavola di impaginazione fortemente architettonica attribuita all’attività giovanile del pittore influenzata da Filippino Lippi prima e dal Ghirlandaio poi.

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Pace con la Vergine e S. Giovanni Evangelista

Datazione: fine XIV sec.
Tecnica e Materiali: avorio intagliato e legno intarsiato
Bottega di: Bottega degli Embriachi
Dimensioni: 11.8 cm. x 16.3 cm.
Provenienza: Chiesa di S. Martino ad Uzzano

Le caratteristiche tecniche e stilistiche di questa pregevole Pace ne suggeriscono l’appartenenza al periodo fiorentino degli Embriachi. L’opera è mutila: ai lati della croce (rubata qualche anno fa) stanno tradizionalmente la Vergine e San Giovanni. La cornice è in avorio ma il motivo centrale a corda è di legno intarsiato.

16sanbonaventura

San Bonaventura

Datazione: primi decenni del XVIII sec.
Tecnica e Materiali: olio su tela
Dimensioni: 98 cm. x 69 cm.
Attribuito a: Ottaviano Dandini (Firenze 1706 ca.- 1740), ultimo rappresentante della feconda famiglia di pittori Dandini, Ottaviano era figlio di Piero
Provenienza: Chiesa di Santa Croce a Greve

Nel quadro spicca la decisa illuminazione laterale e l’atto spontaneo con cui il santo sospende di scrivere, quasi interrotto all’improvviso.

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Santa Rosa

Datazione: 1880
Tecnica e Materiali: olio su tela
Dimensioni: 97 cm. x 83 cm.; con cornice: cm 192 cm. x 137.5 cm.
Autore: Michele Gordigiani (Firenze 1835-1909)
Provenienza: Ex-ospedale Rosa Libri, poi Sala Comunale di Greve in Chianti

Dono del pittore quale partecipazione alla fondazione dell’ex ospedale Rosa Libri, fatto costruire dalla nobildonna Rosa Libri del Rosso. La santa può essere identificata con santa Rosa, come scritto sul fastigio della cornice e come suggeriscono le rose e l’abito domenicano, oltre che il nome della committente.

20turibolo

Turibolo di S. Giovanni Gualberto

Datazione: 1611
Tecnica e Materiali: ottone sbalzato, cesellato e argentato
Bottega di: bottega milanese
Dimensioni: 30 cm. x 14 cm.
Provenienza: Badia di S. Cassiano a Montescalari

Turibolo dalla struttura architettonica a pinnacoli; coperchio e cupola sono decorati con motivi vegetali, teste di cherubini, delfini e colonnine.

Indirizzo

Museo d’Arte Sacra, Greve in Chianti
Via di S. Francesco, 14
Greve in Chianti
Telefono: 055 8544685
Sito Web Mail

Come arrivare:
In auto: Autostrada A1, uscita Firenze Sud e raggiungere il capoluogo chiantigiano percorrendo la SS 222 Chiantigiana.
In autobus: da Firenze con le linee extraurbane SITA.

Orario

Orario Estivo – Dal 1 aprile al 30 ottobre:
martedì-giovedì-venerdì-sabato-domenica, 10-13,  15:30-19:30.

Orario Invernale – Dal 1 novembre al 31 marzo:
sabato-domenica, 10-13, 15-18.