Creato nel 1967, il Museo dell’Opera del Duomo è stato poi ampliato in più tempi per esporre dipinti, sculture, suppellettile sacra provenienti dall’intera Diocesi, in un suggestivo percorso sotto il presbiterio della Cattedrale e intorno all’armonioso chiostro romanico. Il museo fa parte della rete PratoMusei.
Dall’arcata sottostante il campanile del Duomo si entra nelle “Volte” del Museo. Questo ampio ambiente seminterrato del primo Trecento sottostante le cappelle del transetto fu utilizzato per secoli per sepolture familiari, e conserva stemmi, insegne e affreschi, tra i quali una Pietà di Bonaccorso di Cino (1340 circa).
Dalle “Volte” si accede alla Cappella di S. Stefano, interamente affrescata dai fratelli Miniati intorno al 1420, che conserva un originale vespaio quattrocentesco in ciotoloni di terracotta.
Un corridoio conduce sotto il lato residuo del Chiostro romanico della Cattedrale (1170 circa), in marmo bianco e serpentino verde, con raffinati capitelli zoomorfi e intarsi; da qui si accede alla Sala del Seicento, di struttura medievale, con opere di Matteo Rosselli, Empoli, Mehus, e una notevole pala con l’Angelo custode (1675) di Carlo Dolci. Dalla successiva Sala del Cinquecento si raggiunge la Sala del Pulpito, che ha al centro l’eccezionale parapetto marmoreo (1434-38) del Pulpito di Donatello e Michelozzo, una sorta di tempietto rotondo nel quale scoppia incontenibile la gioia degli angioletti danzanti, dai complessi scorci prospettici.
Degli stessi artisti è anche il raffinatissimo capitello in bronzo posto in origine alla base del pulpito.