La Gerusalemme di San Vivaldo

VALDELSA

Il complesso francescano del Sacro Monte di San Vivaldo, nel comune di Montaione, è situato in uno dei luoghi più suggestivi della Valdelsa. Dichiarato monumento nazionale nel 1984, costituisce un punto di riferimento culturale e spirituale per tutta la provincia di Firenze.

Sorto agli inizi del XVI secolo nella selva di Camporena (segnata da una sacralità già etrusco-romana e frequentata in età medioevale da comunità eremitiche) come esatta riproduzione topografica della città di Gerusalemme, il luogo divenne fin dalle sue origini meta di pellegrinaggi sostitutivi in Terrasanta, e ha mantenuto per secoli il suo carattere spirituale esercitando ancora oggi un forte richiamo. Fin dal Duecento in questa selva si ha notizia di un romitorio, noto come locus sancti Vivaldi, e lì sorse, almeno dal 1224, una piccola chiesa, Sancta Maria de Romitorio, che nel secolo successivo vide l’accrescersi della devozione per san Vivaldo, al quale venne dedicata la chiesa insieme a santa Maria e a santa Caterina. Al centro di una disputa fra Castelfiorentino e Montaione, la selva e il romitorio di san Vivaldo furono offerti dalla comunità di Montaione ai Francescani, che nel 1500 inclusero formalmente il santo nel loro ordine. Iniziarono dunque i lavori della chiesa, che accorpa e si sovrappone a quella di Santa Maria del Romitorio.

Essa ospita dal 1908 le reliquie di S. Vivaldo nella cappella a lui dedicata, in cui troviamo anche una pala di terracotta invetriata attribuita a Benedetto Buglioni e rappresentante l’Adorazione del Bambino con i santi Vivaldo e Caterina d’Alessandria, datata agli inizi del Cinquecento. Nella stessa cappella si trova una tavola di Raffaellino del Garbo raffigurante la Madonna e Santi; in una cappella interna sulla destra abbiamo un gruppo in terracotta dipinta che ha per soggetto una Pietà ed è realizzato da Agnolo di Polo.

La costruzione del complesso di San Vivaldo avvenne tra il 1500 e il 1515; questo, comprendente il convento, di cui fa parte l’ex fienile che dal 1993 ospita il Museo del Sacro Monte, si articola secondo un programma iconografico e topografico fedele ai parametri della Gerusalemme terrena nella riproduzione dei luoghi santi, grazie alle testimonianze di pellegrini e viaggiatori, come il diario di Francesco Soriano dal titolo Jerusalem Traslata. A dirigere il progetto fu il francescano Fra Tommaso da Firenze.

Le cappelle, in origine trentaquattro, sono attualmente diciassette, di cui soltanto tredici risalenti al progetto originario; esse, aventi ciascuna il patronato di una nobile famiglia fiorentina, ripropongono architetture classicheggianti, ma dotate di un tono devozionale che contrasta con il razionalismo laicizzante del Rinascimento fiorentino. All’interno di esse i gruppi statuari rispondono al bisogno di concretezza del visitatore che entra così in contatto con figure di dimensioni reali. Le opere plastiche rappresentano episodi della vita e passione di Gesù Cristo: sono costituite di un materiale come la terracotta dipinta a freddo, cioè senza invetriatura, e si ritengono nel loro insieme opera di Giovanni Della Robbia e dei suoi collaboratori e continuatori.

Non esisteva neppure in origine un itinerario canonico da seguire nella visita delle cappelle, e il percorso del pellegrino, qui come nella vera Gerusalemme, seguiva solo in parte lo svolgersi del racconto evangelico. Nel corso degli anni si sono succeduti percorsi diversi, anche a causa della costruzione di nuove cappelle legate al culto mariano o sorte per iniziativa popolare; ci si è così progressivamente allontanati dal modello gerosolimitano.

Bibliografia essenziale

Montaione, Convento “San Vivaldo”. Amonaci A. M., Firenze, Editore: non disponibile, 1997, note: opera compresa in “Conventi toscani dell’osservanza francescana”.

Una Gerusalemme toscana sullo sfondo di due Giubilei 1500-1525, Atti del Convegno. Gensini S., Firenze, Editore: SISMEL, 2004.

La “Gerusalemme” di San Vivaldo in Valdelsa. Pacciani R., Vannini G., Corazzano (Pisa), Editore: Ditivillus, 1998.

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Crocifissione – Cappella del Calvario

Datazione: seconda metà XIV sec.
Tecnica e Materiali: sculture: legno, terracotta
Bottega di: Giovanni della Robbia

L’opera si apprezza per il perfetto connubio di scultura e pittura. Al centro la figura di Cristo crocifisso in mezzo a quella dei due ladroni, mentre sullo sfondo una folta schiera di personaggi si accalca vicino alle croci.

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Gesù davanti a Caifa – Cappella della Casa di Caifa

Datazione: XIV sec.
Tecnica e Materiali: terracotta
Bottega di: Giovanni Della Robbia
Attribuito a: Benedetto Buglioni (Firenze 1461 – 1521) Agnolo di Polo (Firenze 1470 – 1528)

Il rilievo, posto entro una nicchia di terracotta nella cappella della casa di Caifa, narra, insieme a quello accanto di “Gesù oltraggiato”, il momento in cui Caifa, alla vista di Cristo proclamatosi figlio di Dio, si strappa le vesti secondo un’usanza diffusa in quei tempi in caso di disapprovazione. Nel rilievo alcuni hanno ipotizzato l’intervento di Benedetto Buglioni, altri quello di Agnolo di Polo.

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Edicola dell’Ecce Homo – Cappella della casa di Pilato

Datazione: XIV sec.
Tecnica e Materiali: terracotta colorata
Bottega di: Giovanni Della Robbia
Attribuito a: Rilievi: Marco Della Robbia, fra Mattia (Firenze 1468 – Montecassino 1532) Pitture: Gerolamo di Romano, il Romanino (Brescia 1484/87 – 1566)

Il gruppo dell’Ecce Homo è accolto in una nicchia presso la porta d’ingresso della cappella della casa di Pilato. In una riuscita integrazione di pittura e scultura è raffigurato il noto episodio in cui Pilato presenta Cristo ai giudei dicendo “Ecce Homo”. Il rilievo viene riferito a Marco della Robbia, figlio di Giovanni, mentre lo sfondo pittorico richiama gli affreschi nel duomo di Cremona di Gerolamo di Romano detto il Romanino.

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Maria e l’Arcangelo Gabriele – Cappella dell’Annunciazione

Datazione: XIX sec.
Tecnica e Materiali: terracotta colorata

Le due statue, poste nella cappella dell’Annunciazione, sono al centro di un altare marmoreo e modellate su uno sfondo azzurro. Entrambe risultano statiche e bloccate nei loro movimenti.

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Cena in casa di Simone Fariseo – Cappella della casa di Simone il Fariseo

Datazione: fine XIII sec.- XIV sec.
Tecnica e Materiali: terracotta
Attribuito a: Agnolo di Polo (Firenze 1470 – 1528)

Il rilievo prende posto al centro, al di sopra della mensa dell’altare della cappella. Esso narra il noto episodio evangelico attraverso una composizione costruita in maniera straordinariamente chiara e vivace, tanto da far considerare questa come una delle più belle scene sanvivaldine. Esso è stato attribuito ad Agnolo di Polo, scultore ricordato da Vasari come allievo del Verrocchio.

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Statua di Veronica – Cappella della Veronica

Datazione: XIV sec.
Bottega di: Giovanni Della Robbia

Il rilievo descrive l’episodio evangelico in cui Veronica, incontrando Gesù lungo la salita al Calvario, gli avrebbe asciugato il volto insanguinato la cui forma sarebbe miracolosamente rimasta impressa sulla stoffa. La composizione del rilievo risulta alquanto semplice quanto piuttosto elementare nella descrizione pittorica del paesaggio retrostante.

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San Giacomo – Cappella di San Giacomo Minore

Datazione: XIV sec.
Bottega di: Giovanni Della Robbia
Attribuito a: Maestro del Bigallo (1235-1255 ca.)

Il rilievo è presentato entro un’edicola centinata, incorniciata da una decorazione ad ovuli. Il santo, raffigurato con il classico attributo del bastone, è caratterizzato da tratti pronunciati e irregolari che alludono ad una profonda sofferenza interiore che per la critica ha trovato corrispondenze con le tendenze stilistiche del Maestro del Bigallo.

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Cristo in preghiera – Cappella del carcere di Cristo

Datazione: XIV sec.
Tecnica e Materiali: terracotta
Bottega di: Giovanni della Robbia

Statua collocata in una conca absidale nella Cappella del Carcere di Cristo. Raffigurato nell’atto probabilmente della preghiera, il volto di Cristo è scavato e affranto, mentre il corpo traspare sotto le pieghe astratte della veste. Probabilmente il modello figurativo di riferimento doveva essere quello di una scuola fiorentina più attenta all’armonia formale che non alle reale resa anatomica dei soggetti da rappresentare.

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Sant’Elena – Cappella del Santo Sepolcro

Datazione: XIV sec.
Bottega di: Giovanni Della Robbia

La statua rappresenta Sant’Elena, madre dell’imperatore Costantino, che nel IV sec. aveva ritrovato il legno della croce su cui era stato crocifisso Gesù. La scultura, ora sita all’interno della Cappella del Santo Sepolcro nella cosiddetta Cappella dell’Angelo, proviene da una cappella dedicata all’imperatrice ed in seguito andata distrutta.

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Cappella della Casa di Pilato

Datazione: XIV sec.

La cappella, sotto il patronato della famiglia dei Rossi, si presenta con l’aspetto di una casa con tetto a spioventi, una porta di accesso e due finestre per lato. Al fine di alludere al cortile di un sontuoso palazzo, a imitazione di quella che doveva essere la vera dimora di Pilato a Gerusalemme, l’interno ad aula è suddiviso in due campate con volte a vela e qui, entro due nicchie, sono rappresentate la Flagellazione di Cristo e la Coronazione di spine.

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Madonna e Apostoli – Cappella dell’Ascensione

Datazione: XIV sec., prima ventina
Tecnica e Materiali: terracotta
Bottega di: Giovanni Della Robbia
Autore: Giovanni Della Robbia (Firenze 1469 – 1529)

Il rilievo, rappresentato entro una nicchia a forma centinata nella cappella dell’Ascensione, è un particolare di quello raffigurante l’episodio della Resurrezione: la Madonna e gli apostoli assistono con stupore e gioia all’evento. Questa scultura in terracotta fa parte del ciclo più antico del complesso sanvivaldino, realizzato sotto la direzione di Giovanni Della Robbia e dei suoi tre figli Marco, Lucantonio e Simone.

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Fuga di Giuseppe e Maria con Gesù bambino – Cappella della Fuga in Egitto

Datazione: XIX sec.
Tecnica e Materiali: terracotta
Autore: Mariano Bondi (prima metà XIX sec. ca.)

Il rilievo rappresenta Giuseppe e Maria con Gesù bambino tra le braccia preceduti da Sant’Antonio Abate, il cui inserimento si giustifica per la diffusa venerazione del santo nella zona. Il modellato, semplice e non troppo raffinato, è autografato sul piedistallo della Vergine dalla scritta “Marianus Bondi fecit / A.D. 1836 Vola Terrano”.

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Convento di San Vivaldo

La costruzione originaria del convento risale agli inizi del Cinquecento, anche se nei secoli successivi si sono avvicendati vari rimaneggiamenti ed ampliamenti. Esso è stato sede del Seminario francescano fino all’ultima guerra mondiale.

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Rilievo del Crucifige – Edicola del Crucifige

Datazione: XIV sec.
Tecnica e Materiali: terracotta colorata
Bottega di: Giovanni Della Robbia
Attribuito a: Rilievi: Benedetto Buglioni (Firenze 1461 – 1521 ?) Pitture: Antonio Bazzi, detto il Sodoma (Vercelli 1477 – Siena 1549)

L’immagine, che offre un particolare del rilievo posto nell’edicola addossata alla Cappella dell’andata al Calvario, narra l’episodio in cui Pilato lascia al popolo la decisione riguardante la sorte di Cristo. Perfetta è la fusione tra i rilievi e lo sfondo pittorico: per la scultura la critica ha avanzato il nome di Benedetto Buglioni, fondatore della bottega “concorrente” a quella dei Della Robbia; per la pittura invece si è ipotizzata l’azione di Antonio Bazzi detto il Sodoma.

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Ultima cena e l’istituzione dell’Eucarestia – Cappella del Cenacolo

Datazione: XIV sec.
Tecnica e Materiali: terracotta colorata
Bottega di: Giovanni Della Robbia

Sulla parete di fondo della Cappella del Cenacolo si conserva questo rilievo in terracotta colorata. La duttilità e vivacità della materia permettono ai personaggi di essere variamente caratterizzati, contrariamente alla rigidità degli oggetti presenti sulla tavola, perfettamente rispondenti con quelli in uso a quel tempo. I confronti richiamano al alle sculture tardo medioevali del nord Europa oltre che a coevi modelli pittorici.

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Via dolorosa – Cappella dell’andata al Calvario

Datazione: XIV sec.
Tecnica e Materiali: terracotta colorata
Bottega di: Giovanni Della Robbia

Il percorso scultoreo in terracotta colorata raffigura l’andata al Calvario ed è sito nell’omonima cappella a San Vivaldo, posta sotto il patronato della famiglia Bandini. Anche qui, come nella maggior parte dei rilievi di San Vivaldo, è stata ravvistata la presenza di Agnolo di Polo, la cui collaborazione con il Della Robbia è sicuramente attestata nel 1517.

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Maria Maddalena – Cappella del Noli Me Tangere

Datazione: XIV sec.
Tecnica e Materiali: terracotta
Bottega di: Giovanni Della Robbia

La statua della Maddalena, per il volto largo e sereno, la naturalezza dell’atteggiamento e la definizione del corpo nascosto sotto l’ampio mantello, richiama modelli iconografici da ricondurre ad Agnolo di Polo. Questa scultura, insieme a quella di Cristo, narra l’episodio evangelico dell’incontro al di fuori del sepolcro tra la Maddalena ed il Redentore, il quale le raccomandò di non trattenerlo (“Noli me tangere”).

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Flagellazione – Cappella della Casa di Pilato

Datazione: XIV sec.
Tecnica e Materiali: terracotta
Bottega di: Giovanni Della Robbia
Attribuito a: Agnolo di Polo (Firenze 1470 – 1528) Benedetto Buglioni (Firenze 1461 – 1521)

Nel rilievo raffigurato in una delle nicchie entro la cappella della casa di Pilato, viene narrata la flagellazione di Cristo. L’impianto compositivo armonico si esprime soprattutto attraverso le corrispondenze dei gesti opposti dei due flagellanti ma anche nella resa espressiva di tutti i personaggi. La scena è riferita al plasticatore verrocchiesco Agnolo di Polo, riconoscendo, tuttavia, richiami anche a Benedetto Buglioni formatosi nell’entourage robbiano.

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Gruppo plastico – Cappella della Madonna dello Spasimo

Datazione: XIV sec.
Tecnica e Materiali: terracotta
Attribuito a: Agnolo di Polo (Firenze 1470 – 1528)

Il gruppo plastico della Madonna dello Spasimo costituisce uno dei momenti più alti dell’intero ciclo scultoreo sanvivaldino. La straordinaria resa compositiva è apprezzabile nel variato andamento delle teste, nella morbidezza delle vesti nonché nella diversificata resa dei volti. La critica ha riferito il rilievo prima a Giovanni della Robbia, poi ad Agnolo di Polo.

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Cappella delle Pie Donne

Datazione: XIVsec.-XV sec.

La cappella, nonostante le piccole dimensioni, era stata attentamente progettata secondo il modulo del braccio fiorentino. All’interno un rilievo raffigura Cristo trascinato da un aguzzino mentre si volge a consolare le pie donne che, affrante, lo seguono.

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Cristo e le Pie donne – Cappella delle Pie Donne

Datazione: XIV sec.
Bottega di: Giovanni Della Robbia

Il rilievo raffigura la scena in cui Cristo viene trascinato al Calvario da un aguzzino, mentre si volge a consolare le Pie donne di Gerusalemme che, affrante, lo seguono. Per quanto mutile delle braccia, le statue di Cristo e dell’aguzziono mantengono intatta l’espressività, mentre le pose delle Pie donne garantiscono vivacità alla rappresentazione.

Indirizzo

La Gerusalemme di San Vivaldo
Via San Vivaldo 1, Località San Vivaldo
Montaione
Telefono: 0571 699 -255 -205
Sito Web | E-mail

Come arrivare:
In auto: Da Firenze o da Pisa seguire la Superstrada Firenze – Pisa – Livorno (FI PI LI), fino ad arrivare ad Empoli e prendere l’uscita Empoli – Centro Commerciale. Alla rotatoria seguire le indicazioni per la Strada Provinciale 429 in direzione Castelfiorentino, Certaldo. Seguire la Strada Provinciale 429 fino all’uscita al piccolo paese di Case Nuove nel Comune di Gambassi Terme. Alla rotatoria presente all’uscita della Strada Provinciale 429 andare in direzione di Montaione e Gambassi Terme. Alle Case Nuove curvare a destra alla Strada Provinciale 26 e continuare poi su Via Vittorio Barbieri e Via delle Colline. Curvare poi all’incrocio in Via Leonardo da Vinci dove raggiungete il paese di Montaione. Alla prima rotatoria che incontrate curvate a sinistra sulla Strada Provinciale 26 e la seguite fino a raggiungere Via San Vivaldo 1 in Località San Vivaldo dove si trova La Gerusalemme di San Vivaldo.

Servizi

accessibilità per i disabili
bookshop
visite guidate

Orario

Dal 1 Aprile al 31 Ottobre:
Lunedì-Sabato: 15.00-19.00
Domenica e festivi: 10.00-19.00
Da Giugno a Settembre, possibilità di visite guidate in notturna dalle 21.00 fino alle 23.00.
Dal 1 Novembre al 31 Marzo
Tutti i giorni compreso festivi: 14.00 – 17.00
Le visite si effettuano ogni ora.

Per gruppi superiori a 10 persone possibilità di visita anche in orari diversi. Per i gruppi è sempre richesta la prenotazione.

Biglietti

Apertura e visita guidata completa (1 ora)
• Biglietto intero € 5.00
• Biglietto ridotto € 4.00

Apertura e visita guidata completa (1 ora) + ingresso al Museo Civico di Montaione
• Biglietto intero € 6.00
• Biglietto ridotto € 5.00

Apertura e visita guidata completa (1 ora) + ingresso unico al Sistema Museale Empolese Valdelsa (comprende 21 musei dell’Empolese Valdelsa)
• Biglietto singolo € 15.00
• Biglietto famiglia € 35.00 (2 adulti + max 3 under 18)

Apertura e visita guidata ridotta (30 minuti)
• Biglietto intero € 4.00
• Biglietto ridotto € 3.00

Sola apertura per 1 ora (riservato a gruppi di minimo 10 persone)
• Biglietto complessivo di € 30.00

Ingresso ridotto
• Ragazzi dai 5 ai 14 anni
• Adulti con più di 65 anni
• Gruppi organizzati con più di 20 persone
• Studenti dai 15 ai 25 anni titolari di CARTA GIOVANI

Ingresso gratuito
• Bambini al di sotto dei 5 anni
• Visite scolastiche delle scuole di Montaione
• Visite scolastiche nell’ambito dei progetti didattici del Mudev
• Visitatori diversamente abili e accompagnatori
• Titolari di carta EDUMUSEI
• Visitatori in rappresentanza istituzionale