Jacopo Carucci detto “il Pontormo” (Pontorme, Empoli 1494 – Firenze 1556) è fra gli artisti più grandi di tutta l’arte italiana: l’emblema, anzi, di quella straordinaria stagione che Giorgio Vasari chiamò ‘maniera moderna’
La sequenza di disgrazie, che ne funestarono gli anni d’esordio della vita, condizionò e turbò l’intera sua esistenza. Ma sulla patologia della sua psiche si è forse troppo letterariamente insistito. Certo la sua espressione riflette (ma in termini di altissima poesia) il suo appartato meditare. Le sue opere, spregiudicate e anticonformistiche, sono tra i vertici assoluti di tutto il Cinquecento.
Jacopo Carucci è nato in una piccola casa ubicata nell’attuale via Pontorme al numero civico 97. L’edificio venne identificato con buona attendibilità, grazie a supporti documentari, da Ugo Procacci nel 1956 e reca sulla facciata una lapide commemorativa composta da Emilio Cecchi nel quarto centenario della morte del pittore. Si tratta di un fabbricato su tre piani di epoca medievale, che si sviluppa su una superficie di oltre cento metri quadrati.
L’acquisto della casa natale del Pontormo da parte del Comune di Empoli è avvenuto alla fine dell’anno 1995, a conclusione delle celebrazioni per il quinto centenario della nascita dell’artista che videro coinvolte numerose istituzioni toscane.
Tale acquisto avvenne nella convinzione che qualsiasi iniziativa volta a rendere omaggio all’artista sarebbe risultata diminuita se non si fosse proceduto anche alla valorizzazione delle memorie che di lui restavano nel territorio empolese. Dal maggio del 2006, al termine di un raffinato restauro voluto dal Comune, la casa del Pontormo è aperta al pubblico.