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Museo del Tesoro di Santa Maria dell’Impruneta

CHIANTI FIORENTINO

Il Museo, inaugurato nel 1987 e progressivamente ampliato negli anni, ha sede al piano superiore del grande loggiato eretto da Gherardo Silvani (1634) a ridosso della facciata del santuario dalle origini leggendarie, abbellitosi e arricchitosi nel corso di secoli di devozione fervida per l’immagine della Vergine col Figlio che vi si conserva ancor oggi all’interno.

Si tratta di un’antica icona, ridipinta nel 1758 da Ignazio Hugford, che, considerata protettrice di Firenze, veniva trasferita in città nei momenti più gravi delle sue vicende storiche, con grande concorso di popolo: la gara di generose donazioni che i granduchi medicei e le più nobili famiglie toscane ingaggiarono nel tempo per dimostrare riconoscenza alla Madonna fu tale da costituire nel corso dei secoli quello straordinario patrimonio artistico al quale appunto è dedicato il museo.

Tre sono le principali categorie cui appartengono gli oggetti esposti: oreficerie, tessuti e codici miniati, tutti di qualità straordinaria.

Alla prima sezione, davvero imponente, è dedicata la sala principale intitolata al già citato Gherardo Silvani, nella quale l’argento e il cristallo di rocca spiccano con i loro sontuosi riflessi. Oltre alla splendida serie di vasi votivi, si segnalano la Croce astile attribuita addirittura a Lorenzo Ghiberti (1425 ca.), il Reliquario della Santa Croce (1620) attribuito al famoso orafo Cosimo Merlini che l’avrebbe eseguito su commissione di Maria Maddalena d´Austria, moglie di Cosimo II de’ Medici.

Prezioso anche perché rievoca a sua volta un grande capolavoro di scultura, è il Reliquiario di San Sisto (1614) di Simone Pignoni, che ripropone in argento le forme raffinate del sarcofago eseguito dal Verrocchio per la Sagrestia vecchia di San Lorenzo a Firenze. La traslazione dell’icona della Vergine nel 1633, come quella del 1711, diede luogo a una serie ricchissima di doni esposti in questa sala, ai quali va aggiunto quanto meno il Paliotto d’altare donato da Cosimo III de’ Medici ed eseguito da Cosimo Merlini su disegno di Giovan Battista Foggini (esposto all´interno della basilica sull’altare della Vergine).

Passando quindi ai paramenti sacri, dovremo ricordare i sei mantellini dei secoli XVI-XVIII che proteggevano l’immagine della Madonna, ma anche le pianete raffinatissime e la tovaglia d’altare in garza ricamata del secolo XVI meritano un’osservazione accurata.

E una segnalazione particolare è dovuta al piccolo prezioso cuscino che proviene dall’arredo sepolcrale del vescolo Antonio degli Agli (ante 1477) il cui ricco sarcofago si vede all’interno della basilica: un antico e raro esempio di patchwork che utilizza frammenti di preziosi tessuti di recupero.

Altrettanto ricca è la sezione dedicata ai codici miniati che, pur rappresentando una parte della dotazione originale della basilica, si distingue per numero e qualità: si tratta infatti di ben undici manoscritti appartenenti al Trecento e al Cinquecento.
Nel primo gruppo troviamo fra gli altri un Graduale attribuito a Lippo di Benivieni (1310-20 ca.), oltre ad alcuni Antifonari miniati da artisti legati a Pacino di Buonaguida. Nel gruppo dei codici cinquecenteschi si segnalano fra gli altri due Graduali di Antonio di Girolamo di Ugolino.

A parte i tre importanti gruppi di oggetti segnalati, vanno però ricordate altre opere che si trovano esposte nel percorso museale: innanzi tutto il finissimo bassorilievo del secolo XV di scuola fiorentina che costituiva l’antico paliotto dell’altare della Madonna e che raffigura Il ritrovamento della Sacra immagine della Vergine dell’Impruneta; il tabernacolo che serviva per il trasferimento della Madonna durante le processioni, opera della metà del XIV secolo; un bel polittico attribuito al Maestro del Bargello (1360-65 ca.), e infine una serie di targhe votive e di formelle in terracotta che rappresentano buoni esempi di manifattura imprunetina.

Anche in questo caso la visita al museo non può essere disgiunta da quella alla basilica, perché tra le due strutture esiste un collegamento imprescindibile dal punto di vista tanto ideale che storico-artistico.

Bibliografia essenziale

Il Tesoro di Santa Maria dell’Impruneta. Paolucci A., Pacciani B., Proto Pisani R.C., Firenze, Editore: Becocci Editore, pagine: vol: I-II, 1987.

1antifonario-santalucia

Antifonario, Comunione di Santa Lucia

Datazione: secondo e terzo quarto del XIV sec.
Tecnica e Materiali: codice membranaceo
Autore: Secondo miniatore pacinesco e minatore orcagnesco

Sono presenti le antifone con inizio da una non precisata Feria II ad nocturno (nel ciclo liturgico natalizio) fino all’ottava di Epifania a cui seguono gli uffici relativi a S. Andrea apostolo, S. Lucia e S.Tommaso apostolo.

4antifonario-neve

Antifonario, Miracolo della neve

Datazione: secondo quarto del XIV sec.
Manifattura: codice membranaceo
Autore: Primo miniatore pacinesco

Codice VI. Il Codice contiene l’antifona ad Magnificat del sabato dopo la Pentecoste.

7croce

Croce astile

Datazione: 1425 ca.
Tecnica e Materiali: lamina d’argento sbalzato e cesellato, parzialmente dorato e smaltato su anima di legno, il Cristo in argento fuso e cesellato
Dimensioni: 47.5 cm. x 30 cm.
Attribuito a: Lorenzo Ghiberti (Firenze 1378-1455)

Recto della croce. Nelle formelle sono visibili in alto Dio Padre, ai lati la Vergine e San Giovanni, in basso San Zanobi. Forse originalmente eseguita per Santa Maria del Fiore, passò più tardi a Impruneta, nei cui inventari dall’inizio del Cinquecento compare una croce d’argento.

8croce

Croce astile

Datazione: 1425 ca.
Tecnica e Materiali: lamina d’argento sbalzato e cesellato, parzialmente dorato e smaltato su anima di legno, il Cristo in argetnto fuso e cesellato
Dimensioni: croce: 47.5 cm. x 30 cm.; Cristo: 15 cm. x 13.4 cm.
Attribuito a: Lorenzo Ghiberti, Firenze 1378-1455

Da sempre è stata riconosciuta l’altissima qualità dell’opera ed è stata accostata alla Crocifissione eseguita dal Ghiberti per una delle formelle della Porta Nord del Battistero fiorentino. Forse originalmente eseguita per Santa Maria del Fiore, passò più tardi a Impruneta, nei cui inventari dall’inizio del Cinquecento compare una croce d’argento.

11graduale-sanpaolo

Graduale, San Paolo

Datazione: 1310-1320
Attribuito a: Lippo di Benivieni, documentato dal 1296 al 1327

Codice I.

2antifonario-creazione

Antifonario, Creazione

Datazione: secondo e terzo quarto del XIV sec.
Tecnica e Materiali: codice membranaceo
Autore: Primo miniatore pacinesco

Antifonario notturno e diurno dal primo sabato dopo l’ottava di Epifania fino alla sesta domenica dopo l’Epifania

6antifonario-strage-innocenti

Antifonario, Strage degli Innocenti

Datazione: secondo e terzo quarto del XIV sec.
Tecnica e Materiali: codice membranaceo
Bottega di: Pacino di Buonaguida
Dimensioni: 540 mm. x 390 mm.
Autore: Maestro delle effigi domenicane (documentato dal 1337 al 1345)

Codice VII. Il codice è, fra quelli riconducibili alla bottega di Pacino di Buonaguida, quello più ricco ma anche disomogeneo, per la presenza di diversi miniatori con caratteristiche proprie e distinte e con un notevole divario tra i diversi livelli di aggiornamento su modelli più attuali. Qui il particolare con la Strage degli Innocenti.

10graduale-vergine-santommaso

Graduale, La Vergine dà la cintola a San Tommaso

Datazione: 1537-39
Tecnica e Materiali: codice membranaceo
Dimensioni: 530 mm. x 370 mm.
Autore: Antonio di Girolamo di Ugolino, Firenze 1479-1556.

Graduale contenente le parti della messa dall’Introito all’Antiphona ad communionem. È raffigurata la scena della Madonna che consegna la cintola a San Tommaso (c.322).

9graduale-resurrezione

Graduale, La Resurrezione

Datazione: 1537-1538
Tecnica e Materiali: codice membranaceo
Dimensioni: 530 mm. x 370 mm.
Autore: Antonio di Girolamo di Ugolino, Firenze 1479-1556
Provenienza: Committenza del pievano dell’Impruneta Andrea Buondelmonti, poi arcivescovo di Firenze

Graduale dal Sabato Santo di Pasqua. Nel codice sono presenti le antifone da cantarsi durante le varie parti della messa nelle festività pasquali. Caratterizza l’opera dell’artista un tono sobrio ed elegante che si sbizzarrisce nei fregi con un repertorio che ricorda quello usato dai contemporanei nelle tarsie lignee o nei bassorilievi ornamentali.

3antifonario-giuditta

Antifonario, Giuditta con la testa di Oloferne

Datazione: 1538-1539
Tecnica e Materiali: codice membranaceo
Dimensioni: 530 mm. x 320 mm.
Autore: Antonio di Girolamo di Ugolino, Firenze 1479-1556
Provenienza: Committenza del pievano dell’Impruneta Andrea Buondelmonti, poi arcivescovo di Firenze

Sono presenti le antifone delle domeniche e dei giorni feriali dal primo sabato di settembre fino all’Avvento. Sono evidenti le derivazioni di molte miniature da esempi illustri di pittura quattrocentesca: la carta 24v, nella scena di Giuditta è chiaro riferimento al Botticelli.

5antifonario-apostoli

Antifonario, Missione degli apostoli

Datazione: secondo e terzo quarto del XIV sec.
Tecnica e Materiali: codice membranaceo
Autore: Maestro orcagnesco

13vaso

Vaso votivo

Datazione: prima metà del XVII sec. (1633?)
Tecnica e Materiali: argento sbalzato e cesellato
Manifattura: manifattura fiorentina
Dimensioni: h. 27.5 cm. x l. max. 16 cm.; piede: diam. 10.5 cm.

Fa parte del tesoro della Chiesa dell’Impruneta una serie unica e preziosa di vasi votivi, 15 esemplari donati in occasione della celebre processione del 1633 in segno di riconoscenza alla Vergine per aver debellato il contagio della peste. Nelle tre cartelle: Madonna con Bambino, San Domenico e uno stemma, qui visibile, con castello turrito e il motto libertà (famiglia Spigliati Magalotti?).

12reliquiario

Reliquiario della Santa Croce

Datazione: 1620
Tecnica e Materiali: argento sbalzato, cesellato bulinato e inciso e cristallo di rocca
Bottega di: Botteghe Granducali (Cosimo Merlini il Vecchio?)
Dimensioni: 99 cm. x 43 cm.
Attribuito a: Cosimo Merlini il Vecchio (Bologna 1580-Firenze? 1641)

La tradizione vuole che sia stato Filippo Scolari (Pippo Spano) conte di Temeswar e Ozora di un ramo della famiglia Buondelmonti a donare alla Basilica i due grossi frammenti della Croce. Sulla cornice del piede è incisa la seguente iscrizione: Maria Magdalena Arcidux Austriae M.D. Etruriae in honorem salutiferae Crucis A.D. MDCXX.

Indirizzo

Museo del Tesoro di Santa Maria dell’Impruneta
Piazza Buondelmonti, 28
Impruneta
Telefono Pro Loco Impruneta: 055 2313729
Sito Web

Come arrivare:
In auto: da Firenze seguire le indicazioni per Galluzzo/San Felice a Ema. Proseguire per via di Pozzolatico (direzione Impruneta). Percorrendo l’A1 uscire a Firenze Certosa e seguire le indicazioni per Galluzzo/San Felice a Ema. Proseguire per via di Pozzolatico (direzione Impruneta).
In autobus:
da Firenze (Piazza Adua) collegamenti con autolinee (SITA e COPIT).

Orario

sabato e domenica: 10-12,30 e 15,30-18