Arte, paesaggio e natura: 3 tesori nascosti vicino a Siena
Tra i paesaggi più belli al mondo, tra dolci colline, uliveti, vigne e cipressi solitari: la campagna di Siena è uno spettacolo in ogni stagione dell’anno. Ma la primavera è il momento ideale per partire alla scoperta di tre tesori nascosti : i parchi d’arte ambientale.
Vi suggeriamo tre luoghi da esplorare per godere del paesaggio, della natura e dell’arte:
1- Il bosco della Ragnaia, San Giovanni d’Asso
L’artista americano Sheppard Craige (1942) ha realizzato un’opera di arte topiaria alla Ragnaia, avviata nel 1996 e ancora in divenire.
A prima vista alcuni scorci più ordinati in simmetrie vegetali potrebbero far pensare ai giardini storici all’italiana. Ad addentrarsi nel bosco invece si percepisce che Craige ha modellato ogni particolare con estro e capricciose soluzioni. Si incontrano sul percorso l’Altare dello Scetticismo, il Centro dell’Universo, l’Oracolo di Te Stesso.
Non c’è un chiaro valore simbolico sotteso nel progetto nonostante vi si colgano spunti ispirativi nel passato, motti in latino e in varie lingue moderne, fontane e vasche d’acqua, curiosi motivi in scambi di scala: sculture abbandonate, animali del bosco che divengono anse per orci, piccoli e ampi segni nel paesaggio che alimentano l’enigma e incoraggiano interpretazioni individuali.
L’atmosfera è magica, l’artista parla di un bosco governato da saggi.
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2- Parco di sculture Kurt Laurenz Metzler, Monticiano
Il giardino di sculture, iniziato nel 1995 nello spazio naturale che circonda l’abitazione di Iesa, vicino alle Terme del Petriolo, accoglie una cinquantina di opere dell’artista svizzero Kurt Laurenz Metzler (1941).
Sono per la maggior parte degli “ominidi” realizzati in vari materiali: ferro, marmo, alluminio, bronzo, resine dipinte. Metzler realizza passanti urbani negli atteggiamenti quotidiani.
Come ha scritto Enrico Crispolti, il suo sembra «un teatro da strada, per dare immagine emblematicamente disallineante dell’uomo dei nostri giorni», ma se l’artista coglie un certo scarto fra i suoi personaggi cittadini e il paesaggio naturale, infine, disposti sui prati, all’ombra di qualche chioma, dimostrano una “innata adattabilità”.
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3- Selva di Sogno, Cotorniano
Deva Manfredo la definisce “stoneart” la propria attitudine a creare, con le pietre che trova nei boschi senesi, costruzioni di fantasia che evocano templi indiani e città orientali in miniatura, mandala oppure sentieri tessuti di colori naturali. Figure antropomorfe sembrano emergere dalla terra nella querceta del Podere San Giorgio, in stretto dialogo con fronde e tronchi.
Il lavoro artistico consiste nello scoprire l’attrazione fra le forme delle pietre accuratamente accostate o sovrapposte e incastrate solo secondo principi di gravità, senza alcun collante: l’artista si definisce infatti «un compositore di oggetti naturali» a cui lavora dai primi anni ’80. Il bosco invita a fermarsi, a percepire se stessi nell’ambiente naturale, seguendo, se lo si desidera, un percorso di meditazioni guidate, oppure laboratori dove ognuno può sperimentare la propria creatività.
Manfredo, membro della comunità di Osho Miasto insediata in questo luogo, incoraggia il visitatore al silenzio ascoltando il richiamo della natura, in un cammino di rilassamento e abbandono ad un percorso quasi iniziatico, come pratica meditativa e cognitiva interiore.
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