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Il Novecento in Versilia: l’arte oltre al mare

12:43 26 Luglio in News
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Il Novecento in Versilia continua ancora oggi a fare da protagonista alla scena artistica locale. Oltre al mare, Viareggio, Pietrasanta e le altre località vicine sono infatti uno dei fulcri principali dell’arte moderna toscana. Se vi trovate qui, non potete fare a meno di visitare questi tre luoghi.

Parco internazionale della scultura contemporanea

Un’estensione all’aria aperta del Museo dei Bozzetti di Pietrasanta, questo Parco rappresenta quel che c’è di più caratteristico della regione, il marmo e le sue incredibili sculture, regalate da sempre da sapienti mani.

Tra le botteghe artigiane del marmo e le sculture di grandi artisti come il bronzeo Guerriero di Botero, la “piccola Atene” della Versilia è diventata nel tempo una vera città d’arte, dove le sculture abitano per strade, piazze, giardini modificando e arricchendo il tessuto urbano, circondato a sua volte dalle Apuane sullo sfondo.

Musei Civici Villa Paolina

Nella sede dei musei civici viareggini, nel 1993, venne restaurato, nella torretta della villa, lo studio del pittore Alfredo Catarsini (1899-1993), studio in cui aveva lavorato per oltre cinquant’anni, fino alla morte.

Opere, documenti e fotografie documentano l’attività dell’artista e il suo legame con la Versilia, in una pittura che traduceva le suggestioni del paesaggio versiliese in un linguaggio novecentesco nuovo ed aggiornato. Visitare il suo studio con le tele, gli oggetti e gli arredi conservati sarà un’occasione unica per conoscere da vicino l’artista.

Fondazione Centro Matteucci

La Fondazione Matteucci per l’Arte Moderna, nasce per volontà di Giuliano Matteucci, si è affermata come una delle più accreditate istituzioni per lo studio dell’arte tra ‘800 e ‘900. Un momento fecondo e ricco di fermenti. “Il Secolo Breve. Tessere di ‘900” è la nuova mostra della Fondazione visitabile fino al 5 novembre 2017. Il Secolo breve o “tempo delle grandi speranze deluse”, quando Marinetti pubblica su “Le Figaro” il Manifesto del Futurismo, ci si avvede che la pittura italiana, lasciatasi alle spalle la lezione degli Impressionisti e di Cézanne, si apre ad uno dei momenti più dirompenti e felici, cambiando radicalmente volto. La mostra offre un focus originale da cui emergono una serie di situazioni “trasversali” rispetto alle fratture formali oramai canoniche. Nell’apparente autonomia e disomogeneità espressiva, queste dissonanti connotazioni confermano lo spirito inquieto di quel secolo e dell’arte italiana.