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Le botteghe fiorentine fra Tre e Quattrocento

14:14 18 Ottobre in Approfondimenti
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botteghefiorentine_empoliLa prima sala della pinacoteca, al piano superiore, raccoglie interessanti prodotti delle botteghe fiorentine in auge tra Tre e Quattrocento, con l’esposizione di opere di maestri di un certo rilievo: Agnolo Gaddi, Niccolò di Lorenzo, Mariotto di Nardo, Lorenzo di Bicci. Quest’ultimo artista, operoso nella seconda metà del Trecento, fu il capostipite di una bottega che continuò a lavorare con grande perizia tecnica e sapienza decorativa per tutto il Quattrocento, ereditata prima dal figlio Bicci e poi dal nipote Neri. Nel Museo della Collegiata di Empoli sono custodite opere rappresentative di tutti i componenti della dinastia, consentendoci di percepire l’organizzazione delle botteghe tradizionali e il lavoro che si svolgeva al suo interno: altaroli, colmi, cassoni, deschi da parto, stendardi, ma anche coloriture di statue.

Spesso le botteghe fiorentine – come in questo caso – erano a conduzione familiare, con notevoli vantaggi: infatti, i “figli d’arte” erano esenti dal pagamento della tassa – come risulta dal Libro delle Matricole dei Medici e Speziali – ed erano avvantaggiati non solo dall’apprendistato precoce, ma anche dall’insostituibile patrimonio di disegni, cartoni, modelli e soprattutto da un’educazione familiare che garantiva una stabile qualità di produzione rispondendo al gusto dei committenti, che spesso si tramandavano di padre in figlio.
Di Lorenzo di Bicci, il capostipite, si custodiscono nel museo due dipinti eseguiti per la Cappella di Sant’Elena nella chiesa di Santo Stefano delgi Agostiniani, la Vergine dà la cintola a San Tommaso e la Crocifissione. Il bel trittico sull’altare maggiore della collegiata rappresentante la Madonna e santi, già musealizzato è probabilmente opera di collaborazione con Bicci, segnando il passaggio di bottega di padre in figlio. Bicci di Lorenzo è rappresentato nel museo da un trittico commissionato nel 1423 da Simone di Guiduccio da Spicchio per la sua cappella intitolata a San Leonardo nella collegiata, del quale sopravvivono la parte centrale rappresentante la Madonna col Bambino e il donatore e uno dei laterali, i Santi Giovanni Evangelista e Leonardo. Bicci, che fu il felicissimo continuatore della bottega paterna, con una produzione pittorica tradizionale e piuttosto monotona, in quest’opera mostra un’apertura alle novità che si agitavano a Firenze negli anni trenta, tra Gentile da Fabriano, Masolino e Masaccio.
Un’interessante scultura lignea policroma rappresentante la Maddalena è opera datata 1455 ed eseguita, come si legge in un’iscrizione, per Monna Nanna di Ser Michele Tocci da Vinci, che la fece trasferire dalla chiesa di Santa Croce a Vinci, nella cappella di Santa Lucia nella collegiata di Empoli. La scultura, sulla base di una memoria in data 30 ottobre 1455 delle Ricordanze (ed. Bruno Santi 1976, n. 77, pp. 39-40, 192) di Neri Bicci, figlio di Bicci («una Santa Maria Madalena di rilievo grande chome naturale chon una basa da pie’ in su ch’ella posa»), è da identificare con quella consegnata dall’abate di San Felice in Piazza e intagliata probabilmente da Fra Romualdo da Candeli, personalità ancora sconosciuta ma in documentati rapporti di lavoro con Neri di Bicci, che eseguiva coloriture per statue lignee.
Il favore dimostrato nei confronti delle botteghe tradizionali dai committenti empolesi non deve far pensare a un ritardo culturale della periferia rispetto al centro, perché queste botteghe erano richiestissime anche a Firenze da nobili famiglie e pubblici committenti. A dimostrazione di ciò, nella stessa Empoli, accanto agli artisti della corrente tradizionalista, lavorarono, lasciando opere estremamente significative, artisti aggiornati quali Gherardo Starnina, di ritorno dalla Spagna, del quale sopravvivono alcuni affreschi staccati nel museo e altri frammenti nella chiesa di Santo Stefano degli Agostiniani dove lavorò lo stesso Masolino.

Rosanna Caterina Proto Pisani

in, Museo della Collegiata di Sant’Andrea a Empoli. Guida alla visita del museo e alla scoperta del territorio, a cura di Rosanna Caterina Proto Pisani. Polistampa 2006