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Il Museo della Collegiata di Empoli

14:00 18 Ottobre in Approfondimenti
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collegiata_empoliIl Museo della Collegiata di Empoli nasce sullo sfondo dei moti risorgimentali, tesi a realizzare l’Unità d’Italia. Il suo atto di nascita risale al 29 giugno del 1859, quando dal Governo provvisorio della Toscana fu concessa all’Opera di Sant’Andrea la prima elargizione di lire cinquemilaquaranta, come sussidio per il restauro e l’ingrandimento della chiesa. Il contributo, assegnato in maniera tempestiva, era vincolato al restauro delle antiche opere custodite nella chiesa: già il 13 febbraio del 1860 si comunicava al Ministero che la Compagnia di San Lorenzo, all’interno della collegiata, era la sede destinata alla istituenda pinacoteca.

Per comprendere la rapidità del contributo, concesso certamente in un momento poco idoneo alla costituzione di un museo in una cittadina di provincia, bisogna ricordare che il Ministro degli affari esteri del Governo provvisorio era l’avvocato Vincenzo Salvagnoli, membro di un’antica famiglia empolese che poteva vantare una propria cappella in collegiata: questi può considerarsi a tutti gli effetti il padre del Museo della Collegiata. Vincenzo Salvagnoli fu protagonista indiscusso del liberalismo toscano, collaboratore dell’“Antologia Italiana”, membro del Gabinetto Viesseux; fu amico di Bettino Ricasoli, ma anche interlocutore dei protagonisti della stagione risorgimentale italiana, da Cavour a Vittorio Emanuele II e Napoleone III, svolgendo non solo un ruolo intellettuale fondamentale, ma ricoprendo anche incarichi politici di rilievo sia nel Governo provvisorio della Toscana sia poi nel Senato del Regno.
Il Salvagnoli, assiduo sostenitore dell’autonomia della Chiesa dallo Stato, aveva rischiato – quando era Ministro per gli affari ecclesiastici – la rottura con l’Arcivescovo di Firenze, per aver sostenuto la libertà di culto e di proselitismo dei protestanti, e l’alienazione della parte più moderata del Governo provvisorio, per le sue proposte di abolizione del Concordato del 1851 fra la Toscana e la Santa Sede nonché di eliminazione dei livelli feudali dominati dalla manomorta ecclesiastica. La personalità di Vincenzo Salvagnoli, di estrazione cattolica ma di principi liberali, legatissimo al proposto della collegiata di Sant’Andrea, Pasquale Martelli, in fiera opposizione al governo granducale, può spiegare la particolarità del Museo della Collegiata di Empoli. Il museo è sorto infatti in quel momento di profonda trasformazione museografica che interessò l’Italia tutta nella seconda metà dell’Ottocento, con la creazione di una fittissima rete di musei minori, i musei civici, nati dopo l’attuazione delle leggi Siccardi del 1866 (le cosiddette leggi “eversive”, che liquidarono il patrimonio ecclesiastico) e finalizzati, fondandosi sull’orgoglio municipalistico, a costituire il punto di partenza per l’incivilimento di una nuova Italia, alimentata dagli ideali laici e progressisti delle nuove élites risorgimentali.
In questo clima politico e culturale sorse anche il Museo della Collegiata di Sant’Andrea, ma con peculiarità proprie. Innanzitutto si costituì prima delle leggi Siccardi, collocandosi tra i musei più antichi della Toscana, solo dopo la Pinacoteca Civica di San Gimignano del 1852 e la Galleria Comunale del Palazzo Pretorio di Prato, fortemente voluta nel 1858 da Cesare Guasti. Inoltre, pur avendo tutte le caratteristiche del museo civico, sorse come museo, con il riconoscimento della proprietà ecclesiastica e della gestione affidata alla collegiata di Sant’Andrea. Si trattava dunque di un caso singolare nel panorama museografico italiano: in tal modo, Empoli ottenne il privilegio di un museo locale in accordo con l’autorità religiosa, senza allontanare il proprio patrimonio dalla sua sede storica.
Queste caratteristiche, che anticiparono di più di un secolo operazioni analoghe realizzate più tardi sul territorio nazionale, sono da ascrivere alla sensibilità e all’intelligenza di Vincenzo Salvagnoli, il quale si spense nel 1861, proprio agli albori della nascita del museo, quando il primo nucleo di opere era ancora in fase di allestimento.

Rosanna Caterina Proto Pisani

in, Museo della Collegiata di Sant’Andrea a Empoli. Guida alla visita del museo e alla scoperta del territorio, a cura di Rosanna Caterina Proto Pisani. Polistampa 2006