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I paramenti sacri del Museo di Fucecchio

14:24 28 Ottobre in Approfondimenti
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paramenti_fucecchioTra le collezioni del Museo d’Arte Sacra di Fucecchio, il settore dei tessuti si distingue per varietà e ricchezza, consentendo un interessante excursus su stili e tecniche di manifatture tessili nei secoli XVII e XVIII. La manifattura fiorentina è rappresentata da diversi esemplari. La pianeta in velluto cesellato su teletta d’argento della collegiata di San Giovanni Battista ripropone – anche se con una variante che sostituisce alla pigna un frutto di mora – il classico motivo quattrocentesco del fiore di cardo che, inserito in una maglia ogivale, si diffuse con grande successo nel Cinquecento in Toscana. La fortuna di tale motivo, eseguito con tecniche diverse anche nel secolo successivo, è stata riproposta persino da un revival ottocentesco.

Ampiamente diffusi in tutta l’area fiorentina nella seconda metà del Seicento sono i brocatelli a motivi di fiorami gialli e rossi della pianeta e del piviale, mentre l’uso del damasco rosso si protrae lungo l’arco dei secoli XVII e del secolo XVIII, secolo al quale appartengono anche i taffetas ricamati, secondo una tecnica tipicamente fiorentina.
Di estremo interesse sono i tessuti di manifattura italiana, che si confrontano bene con quella francese in una serie di richiami e riprese che in alcuni casi lasciano dubbi sull’effettivo luogo di esecuzione. La produzione tessile francese, protetta grazie alla politica economica del ministro Colbert, ebbe il suo centro più importante a Lione sia per la professionalità delle sue maestranze, sia per l’alta tecnologia. Le stoffe lionesi ben presto invasero i mercati occidentali e dovunque furono imitate; fu Venezia uno dei centri di maggior prestigio della manifattura tessile italiana. Certamente eseguita a Venezia è una pianeta corredata dal suo velo da calice del tipo definito ganzi, in lampasso, nel quale il disegno a vegetazione lussureggiante è creato da trame in oro e in argento sottolineate da profilature in raso dalle tonalità pastello. La struttura compositiva del disegno richiama motivi di tessuti in voga tra la fine del Seicento e gli inizi del Settecento, quali i bizarre e i dentelles, ripresi anche nel parato in terzo costituito da pianete e tonacelle che la sapienza tecnica rimanda alla manifattura francese. L’influenza dei tessuti bizarre si avverte, per i motivi astratti e fantastici, in un altro parato in terzo della chiesa di Santa Maria delle Vedute, di grande effetto decorativo, probabilmente di manifattura italiana, che si accompagna a motivi di chinoiseries diffusi in tutto il mondo occidentale con l’importazione di sete e porcellane ad opera della Compagnia delle Indie. Il gusto delle chinoiseries si ritrova nella splendida pianeta proveniente dalla chiesa della Vergine della Ferruzza, utilizzata per la liturgia penitenziale, come denota il fondo scuro sul quale sono presenti motivi fantastici di cigni, navi, palazzi, che per la raffinatezza di esecuzione è molto probabilmente di manifattura francese.
Un’altra tecnica interessante che si rileva in due pianete del Museo di Fucecchio è quella del point-rentré, inventata nelle manifatture lionesi da Jean Revel, figlio di un pittore della cerchia di Le Brun e diffusa rapidamente in tutta Europa. La pianeta proveniente da Santa Maria delle Vedute, probabilmente di manifattura veneziana, è caratterizzata da motivi naturalistici di grandi foglie e rami frondosi con frutte diverse (fichi, melograni) su fondo scuro, mentre l’altra della collegiata di San Giovanni Battista, dal tessuto di chiara destinazione profana, è probabilmente di manifattura lionese per la fantasia policroma che si accomuna a un naturalismo pittorico realizzato con estremo rigore, soprattutto nel motivo dei mazzetti di fragole.

Rosanna Caterina Proto Pisani

in, Museo di Fucecchio. Guida alla visita del museo e alla scoperta del territorio, a cura di Rosanna Caterina Proto Pisani, Polistampa 2006