Jacopo del Casentino (Firenze 1297-Pratovecchio 1358)
Vasari lo dice allievo di Taddeo Gaddi. Le sue prime opere, tra le quali il San Pietro nel Castello di Trebbio a Mulin del Piano (Pontassieve, Firenze) si collegano al ?lone della pittura fiorentina proposto dal Maestro delle Ef?gi Domenicane e dal Maestro di Santa Cecilia. La sua produzione palesa l’in?uenza dei contemporanei artisti senesi; nelle ?gure allungate e chiaroscurate e nelle costruzioni architettoniche dei suoi dipinti si può leggere una delle personalità più vivaci tra i neogiotteschi ?orentini, che introduce novità di gusto goticheggiante nel contesto della contemporanea pittura della città. La produzione tarda dell’autore si avvicina agli effetti decorativi propri alla maniera del Daddi. Fu a capo di una bottega specializzata in dipinti da cavalletto che si distinse tra le più attive del tempo. Il Trittico di Gagnola, attualmente agli Uf?zi, è l’unica opera ?rmata dall’autore.