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Gli Agostiniani e la pieve di San Lazzaro a Lucardo

14:27 28 Ottobre in Approfondimenti
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sanlazzaroLa pieve di San Lazzaro a Lucardo era la pieve matrice delle chiese di Certaldo, la chiesa dei Santi Tommaso e Prospero e la chiesa dei Santi Jacopo e Filippo, un tempo dei Santi Michele e Jacopo. Posta sulla via Francigena, un po’ fuori della cittadina, ebbe antichissima origine, dal momento che se ne ha menzione già nel X secolo. Il suo periodo di maggior fulgore fu durante il XIII secolo, quando fu guidata da preti e rettori di rilievo.

Allora da essa dipendevano sei suffraganee, che nel secolo successivo divennero sedici. La sua architettura è interessante esempio dell’importazione in Toscana del romanico lombardo, come dichiarano soprattutto le tre absidi, scandite da sottili lesene che confluiscono in archi pensili, componendo una galleria aerea di chiara impronta lombarda, che costituisce la parte più autentica e intatta dell’edificio, mentre la facciata, che conserva l’antica tripartizione dell’epoca romanica, è stata rimaneggiata con l’apertura di una finestra centrale.

L’interno, a pianta basilicale con tre navate che poggiano su pilastri rettangolari, ornati poi da affreschi di Cenni di Francesco, era provvisto di cripta in corrispondenza della navata centrale e di presbiterio rialzato con l’altare maggiore. La pieve, fin dal 1363, fu sotto il patronato della famiglia dei Gianfigliazzi, essendo stata costituita in dote a Filippo Gianfigliazzi.

I Gianfigliazzi, proprietari del castello di Santa Maria Novella, furono munifici patroni, commissionando importanti opere d’arte, ancora custodite all’interno della chiesa, come il fonte battesimale e l’acquasantiera e un corredo di preziose argenterie, la maggior parte delle quali attualmente esposte nel Museo. Fu proprio con la famiglia dei Gianfigliazzi che avvenne lo scontro dei potenti Agostiniani, che certamente fin dal 1422 – probabilmente nel 1372, epoca dell’elezione del frate Giovanni Benci a canonico – si stabilirono nella chiesa dei Santi Jacopo e Filippo.

A testimonianza di questo scontro rimane, accanto alla porta d’ingresso della chiesa, una grande acquasantiera datata 1572, un tempo fonte battesimale, ridotta a questa funzione per volontà del vescovo, che con proprio decreto negò nel 1632-33 il diritto di battesimo alla chiesa dei Santi Jacopo e Filippo, come indica un’iscrizione. Gli Agostiniani esercitarono infatti un vero e proprio controllo sul territorio, soprattutto nelle zone limitrofe alla chiesa, accampando spesso privilegi di immunità ed esenzioni nei confronti del vicario del vescovo, così come dimostrano le convenzioni stabilite tra il pievano Gino Gianfigliazzi e il priore del convento Michelangiolo Bevilacqua.

Gli Agostiniani codificarono il culto della beata Giulia e incaricarono nel 1672 il padre Andrea Arrighi detto il Capranica, dal nome della sua patria, di redigere la storia della chiesa. Il Capranica, che divenne poi priore di Santo Spirito, rimase legato alla celeste patrona di Certaldo per tutta la vita fino al 1702, anno della sua morte. Gli Agostiniani rimasero a Certaldo fino alla soppressione del convento, avvenuta nel 1783.

Rosanna Caterina Proto Pisani

in, Museo d’arte sacra di Certaldo. Guida alla visita del museo e alla scoperta del territorio, a cura di Rosanna Caterina Proto Pisani, Polistampa 2006