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Firenze e Siena: i poli di un patrimonio figurativo

14:34 28 Ottobre in Approfondimenti
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sienafirenzeLa Valdelsa, divisa amministrativamente nelle province di Firenze e Siena, è terra di confine. La cittadina di Certaldo è collocata ai lembi estremi della Valdelsa fiorentina a una distanza pressoché identica da queste due città, tra le più vivaci culturalmente della Toscana, che hanno svolto in determinati periodi un ruolo egemone nel campo delle arti figurative.

Firenze e Siena, dunque, sono i poli di un patrimonio figurativo che riconosciamo in molte delle opere presenti nel Museo di Certaldo. Se le due Madonne duecentesche sono state eseguite da maestri fiorentini, il Maestro del Bigallo e Meliore, già nel Trecento si affacciano le prime testimonianze delle pittura senese.

Così il Trittico di Bagnano, assegnato ad Ugolino di Nerio, forse il seguace più raffinato di Duccio, che, documentato a Firenze dove lavorò nelle chiese di Santa Maria Novella e di Santa Croce, sembra riprendere nella Madonna del pannello centrale la Madonna del Polittico di Badia di Giotto. Nella chiesa dei Santi Jacopo e Filippo il bell’affresco rappresentante la Madonna col Bambino tra i santi Jacopo e Pietro con la committente è stato assegnato a Memmo di Filippuccio, padre del più celebre Lippo Memmi e suocero di Simone Martini, sul cui linguaggio anche il vecchio pittore civico di San Gimignano si aggiornerà in una fase tarda della sua attività.

Se ancora dalla seconda metà del Trecento, fino al Cinquecento, le testimonianze fiorentine sono assai più frequenti, da Puccio di Simone a Lippo d’Andrea a Cenni di Francesco e Benozzo Gozzoli fino ad un pittore dell’ambito di Bernardino Poccetti, il Seicento presenta ancora esemplari senesi, come la grande tela sistemata sull’altare della Compagnia rappresentante la Madonna col Bambino tra santi agostiniani, probabilmente di Gabriele Grassi, seguace di Alessandro Casolani e pittore del quale la critica recente sta ricostruendo la personalità.

Nello stesso ambiente sono inoltre custodite due grandi e rare sculture intagliate, rappresentanti i santi agostiniani San Nicola da Tolentino e San Giovanni di San Facondo, che presentano affinità stilistiche con le sculture senesi del Seicento per le pieghe sottili delle vesti, confrontandosi bene con opere dello scultore, ancora non molto studiato, Tommaso Redi, autore dei busti dei beati senesi sulla facciata e dell’angelo sulla cuspide del duomo di Siena.

Rosanna Caterina Proto Pisani

in, Museo d’arte sacra di Certaldo. Guida alla visita del museo e alla scoperta del territorio, a cura di Rosanna Caterina Proto Pisani, Polistampa 2006